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Calabria e Pioli, quando per l’ossessione da derby si perde la classe

Quando qualcosa diventa un ossessione, spesso, se riesci ad ottenerla, capita di perdere, diciamo così, l’aplomb. E’ quello che è accaduto ad alcuni tesserati del Milan dopo la vittoria del derby. Vittoria ottenuta meritando, questo è fuor di dubbio e ai rossoneri vanno i complimenti. Ma l’atteggiamento sborone non è di chi sa vincere.

Si veda Davide Calabria, per esempio. Il giovane terzino milanista, dopo il fischio finale, e durante i festeggiamenti, si è lasciato andare ad un dito medio che storce parecchio con la vittoria ottenuta. Sicuramente, essendo cresciuto, nel vivaio, la fede rossonera ha accecato il difensore, oppure il fatto di non aver vinto un derby per tantissimo tempo – addirittura in casa dell’Inter il Milan non vinceva da ben dieci anni! – ha fatto sì che Calabria si sia lasciato andare. Ma sono gesti che non vanno affatto bene e per cui ci si attende una sanzione in qualche modo.

Ma non dimentichiamo nemmeno la spavalderia del tecnico dei rossoneri, Stefano Pioli. Sì, proprio lui. Ex tecnico interista e tifoso dei colori nerazzurri. Colui che a San Siro cantava:” Con Beccalossi e Pasinato vinceremo il campionato”. Quel Pioli che, a fine partita, si è lasciato andare ad una frecciata nei confronti degli avversari dicendo:” C’è un detto nel calcio che mi piace e dice che chi vince festeggia e chi perde spiega”. Forse, anche Pioli, preso dall’ossessione rossonera per una vittoria tanto desiderata e agognata, non ricorda la pessima figura della sua squadra la scorsa stagione, quando vinceva per 2-0 nel primo tempo, per poi farsi rimontare 4-2 nel secondo. Se quella di Pioli è voluta essere una frecciata, in quel derby cosa avrebbe dovuto fare Conte, lanciare le lance forse – detto poi dal tecnico di una società che è riuscita a fare di meglio nella finale di Champions di Istambul, in termini di rimonte -. Altro che spiegazioni da dare in quel frangente.

La classe non si compra e questi due fatti lo dimostrano. Dal canto nostro dobbiamo pensare al nostro percorso e continuare a lavorare, sperando, poi, di rifarci nel derby di ritorno. Ora sotto con la Champions – che noi giochiamo – e al Genoa. E, dato che la classe non si compra, ancora complimenti al Milan per la vittoria.

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