Portiamo un bacione a Firenze (magari più di uno)

di Mario Spolverini, pubblicato il: 21/04/2017

Firenze – Milano, e quell’avversità comune per il “bianconero”

La gara di Firenze con la Viola non è mai stata un evento banale; ci sono mille storie a confermarlo. A cominciare dall’inno.

Forse in pochi, anche tra i tifosi di casa, sanno che “Canzone viola” (meglio conosciuta come O Fiorentina) nella versione attuale fu reincisa per l’ultima volta da Narciso Parigi nel 1964 in uno studio musicale di Milano.

Alla registrazione erano presenti alcuni tifosi e giocatori dell’Inter tra cui Egidio Pandolfini, ex nerazzurro degli anni ’50 e grande tifoso viola, che parteciparono attivamente alla registrazione, cantando nel coro di sottofondo.

Immaginiamoci cosa succederebbe oggi alla notizia che il coro di Pazza Inter amala è intonato da Chiellini, Bonucci, Buffon e c.

Pensiamo a quanti giocatori hanno preso da Firenze il treno per Milano o viceversa: Adriano,Baggio, Batistuta, Berti, Oriali, Passarella, Toldo, solo per citarne alcuni tra quelli degli ultimi decenni (ndr: averla oggi gente così!).

Lunghi anni di gemellaggio forte e sincero tra le tifoserie, cementato dal comune, leggero, senso di inquietudine provocato nelle due tifoserie dalle maglie bianconere. Fino al 1988, con la cessione decisa dai Pontello di Nicolino Berti ai nerazzurri per poco più di 7 miliardi lire. La curva Fiesole non la prese per nulla bene, l’amicizia sportiva si ruppe e da allora i colori nerazzurri sono visti dalle parti del Viale dei Mille come un dito in un occhio.

Viale dei Mille, una strada dritta, abbastanza lunga, che porta dalla zona dello Stadio al quartiere delle Cure, percorso che resta immortale nei ricordi di alcuni supporters viola un po’ attempati, che negli anni ’70, dopo una sconfitta interna con la Samp, inseguirono per questa arteria (con tanto di bastoni) il centravanti viola di allora, Claudio Desolati, accusato di scarso rendimento causa eventi extrasportivi.

Quel Claudio Desolati che non ha mai sottaciuto di essere tifoso dell’ Inter e di aver sempre sognato la maglia nerazzurra, salvo rifilarci tre sventole nel 1977.

Settembre 2006 : Fiorentina Inter è la prima di campionato del dopo calciopoli; due pappine del Cuchu e una di Ibra portarono l’Inter sul 3-0, prima della doppietta di Toni (che per tutta l’estate post mondiale fu in procinto di vestire il nerazzurro). Vince a Firenze la prima Inter con lo scudetto sulla maglia dopo tanto tempo ma anche con il lutto al braccio e nel cuore per la perdita, due giorni prima, di Giacinto Facchetti, cui il Franchi dedicò un tributo di applausi e di commozione davvero unico. Chapeaux Firenze!

L’ultimo “incrocio” un paio di anni fa, con l’Inter proiettata a prendere l’allora viola Salah dal Chelsea che ne era proprietario ed i Della Valle che eressero un muro di minacce di carte bollate e di tribunali.

Quante storie, dentro e fuori l’Artemio Franchi quando la curva Ferrovia si tinge di nerazzurro.

Domani sera però non conteranno aneddoti, ricordi e parole.

Per continuare ad inseguire l’Europa, domani conterà solo quanti “bacioni” riusciremo a portare a Firenze, non sul Ponte Vecchio ma nella porta di Tatarusanu


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