Editoriale

Inter, gli altri stanno peggio per questo c’è da aver paura

Monza, Parma e Verona dovevano essere tre impegni “abbordabili”. Alla fine è stato necessario il defibrillatore per scacciare i fantasmi di nuovi flop e per placare le ire di arbitraggi quantomeno disattenti.
Tre partite incomprensibili dopo la bella prova sciorinata contro il Napoli. La Coppa Italia è vissuta dai club più importanti quasi come un fastidio almeno fino alle semifinali, a maggior ragione quest’anno con un calendario stravolto dai mondiali che obbliga a tre partite settimanali quasi tutta la stagione. Alla fine il passaggio ai quarti di finale è arrivato, grazie anche alla fortuna di aver giocato 120 minuti in undici contro undici. Quelli più sfortunati, giocando un’ora in superiorità numerica, hanno salutato la Coppa Italia anzitempo. Quando si dice la sfiga…

Inter Verona, sotto i tre punti niente

Con il Verona altra prestazione da dimenticare, per l’Inter e per l’arbitro. Vogliamo sperare ragazzi di Inzaghi abbiano giocato con il freno a mano tirato pensando alla Supercoppa di mercoledì prossimo in Arabia ma il sig.Fabbri a cosa pensava sul rigore non concesso e sul gol improvvidamente annullato a Lautaro? Alla moglie che in settimana lo trascinerà all’Ikea? Al matrimonio del cugino?
Questi “incidenti” (come li ha definiti il sig.Rocchi) che si ripetono con frequenza inquietante meriterebbero un cenno di protesta della società. Il peso “politico” dell’Inter nelle stanze dei bottoni è da sempre quasi irrilevante. Fu una scelta di Moratti di decenni fa, quella di non frequentare troppo quei corridoi, quando però il calcio era regolato da altre dinamiche completamente diverse da quelle odierne. Iniziare oggi a far sentire una voce “educatamente incazzata” sarebbe almeno un segnale di vita di una società che sembra completamente ripiegata sui suoi problemi economici.

Gagliardini chieda a Ranocchia

C’è un altro signore che dovrebbe dimenticare la serata post Verona. Roberto Gagliardini non è un fuoriclasse, lo ha sempre saputo lui e lo abbiamo sempre saputo anche noi. Ciò premesso il fuoco di offese che sta circolando da mesi sui social nei suoi confronti non trova alcuna ragione se non nei peggiori risvolti di un tifo esasperato e maleducato.
Lui dal canto suo avrebbe dovuto risparmiarsi quelle parole dette ai microfoni, “non sono più disposto a fare questo minutaggio…ho voglia di far vedere le mie qualità, a giugno prenderò le mie decisioni”.
Gagliardini è giunto alla soglia dei 29 anni, da 6 è all’Inter. Le sue qualità le conosciamo bene, se ne ha altre nella sua faretra e le ha tenute nascoste sino ad oggi è un problema suo. Il minutaggio bisogna conquistarselo e, al limite, si può essere leader in gruppo anche giocando raramente. Per informazioni chiedere ad Andrea Ranocchia, uno che dell’Inter è stato capitano, uno che dall’Inter è stato messo ai margini ed esiliato, uno che si è ripreso l’Inter giocando poco ma dando lezioni a tutti di serietà, professionalità, attaccamento per tutto quel che è nerazzurro.

Perchè la Supercoppa è importante

Ora testa a Riyad, c’è una Supercoppa da riportare in Italia, un derby in terra straniera con un trofeo in palio. 20 giorni fa il Milan volava all’inseguimento del Napoli spinto da qualche gol fortunoso nonchè da una litania continua su giornali e TV sui miracoli di Pioli e di una società talmente bella e felice che al confronto la famigliola del Mulino Bianco sembrava un covo di vipere. Oggi si parla di mercato fallimentare, di assenza di leadership, di involuzione nel gioco, Tomori non è più la reincarnazione di Beckenbauer e Theo Hernandez conosce perfino l’onta della sostituzione.
Sembrano addirittura messi peggio dell’Inter ma proprio per questo non c’è da abbassare la guardia. Quella “coppetta” serve maledettamente, per iniziare a dare un senso alla stagione, per continuare a credere che il bello deve ancora venire, per non farla vincere a loro.

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