Avrebbe lasciato l’Inter, invece il dietrofront | Accordo trovato con Ausilio: in barba all’allenatore

Beppe Marotta, presidente dell'Inter - lapresse - interdipendenza.net
L’arrivo di Cristian Chivu ha cambiando le carte in tavole e stravolto il futuro di tanti nerazzurri. Uno in particolare.
Stesso sistema di gioco, almeno finora: il 3-5-2. Per il resto Simone Inzaghi e Cristian Chivu sono come la notte e il giorno. Tante le differenze tra sostanziali tra il vecchio e il nuovo allenatore dell’Inter. Lo si è capito praticamente sin da subito.
Differenze che si manifestano in ogni aspetto della gestione tecnica. Il primo, più conservatore e forse meno incline al rischio, ha spesso mostrato una certa distanza emotiva dalla panchina. Chivu, al contrario, è un tecnico che vive la partita con grande trasporto, più vicino ai suoi ragazzi e con un approccio al gioco che predilige un possesso palla più dinamico e meno prevedibile.
Questa diversità di vedute e di approccio, soprattutto nel rapporto con i giocatori, si è rivelata cruciale nel recente periodo. Dove Inzaghi tendeva a creare gerarchie rigide e a gestire le sostituzioni con meticolosa prevedibilità, Chivu ha mostrato una maggiore fluidità, dando fiducia a chi sembrava ormai ai margini del progetto.
E che dire delle sostituzioni già stabilite a tavolino. Il cambio praticamente sistematico del nerazzurro che prendeva un cartellino giallo: con Simone Inzaghi alla guida dell’Inter è un mantra. Con Chivu neanche a parlarne.
Una scossa positiva
L’ambiente Inter, di conseguenza, sembra aver subito una vera e propria scossa positiva, liberando energie e potenzialità prima inespresse o soffocate da schemi troppo rigidi. La nuova gestione tecnica ha portato ad un ribaltamento delle prospettive per alcuni elementi della rosa che, sotto la guida precedente, sembravano destinati a fare le valigie.
L’aria nuova, portata da Chivu e da un management più votato alla valorizzazione interna, ha permesso a tanti nerazzurri il piacere di giocare e di sentirsi parte integrante di un progetto vincente. Magari con Simone Inzaghi sarebbero andati via.

Altro che partenza, è rinnovo
Questo il sentiment che si è percepito dalle recenti parole di Federico Dimarco. L’esterno nerazzurro non ha perso occasione per lanciare delle frecciatine nei confronti di Simone Inzaghi, reo a suo dire, di limitarlo a un’ora di gioco, poi il cambio sistematico. La sua frustrazione è enorme a sentirlo parlare del recente passato, ora le cose sono radicalmente cambiate. Con l’avvicendamento in panchina, le voci di una sua possibile cessione si sono dissolte nell’entusiasmo della rifondazione tecnica.
Dimarco è sì un titolare inamovibile, ma anche un giocatore che ha dimostrato una continuità di rendimento per tutti e novanta minuti, non per un’ora, la durata della sua partita con Simone Inzaghi. Così il rinnovo diventa una pura formalità. Secondo le indiscrezioni di TuttoMercatoWeb, l’Inter ha già avviato i contatti con il suo entourage per blindarlo a lungo termine, con l’obiettivo di rinnovare il suo contratto fino al 2029 o al 2030. Un accordo che sa di rivincita personale, ma anche un segnale forte: il suo futuro è nerazzurro, in barba a chi, in panchina, lo vedeva solo per sessanta minuti.