Inter, primavera brasiliana per l’ex Crespo: nuovo allenatore del San Paolo

di Nicolò Toccaceli, pubblicato il: 23/02/2021

Hernán Crespo è il nuovo allenatore del San Paolo. L'ex attaccante, tra le altre, di Parma, Lazio, Inter e Milan si è accordato per un contratto di due anni con il Tricolor Paulista prendendo il posto di Fernando Diniz, cacciato dopo i tre punti nelle ultime sette partite. L'ex goleador ‘albiceleste' arriva in una delle squadre più prestigiose dell’intero continente americano.

Il successo in Copa Sudamericana (che equivale alla nostra Europa League) con gli argentini del Defensa y Justicia gli è valsa la grande opportunità in questa sua nuova carriera in panchina. Si tratta del primo trofeo da allenatore, battendo in finale il Lanùs in un derby tutto argentino nell’atto conclusivo di quella che può essere considerata la seconda competizione più importante del Sud America.

Eppure gli esordi del Valdanito in panchina non erano stati troppo promettenti. Dopo la prima esperienza alla Primavera del Parma, condotta ad un onesto sesto posto, il 30 giugno 2015 viene presentato come nuovo tecnico del Modena in Serie B, rivelando di seguire come modelli da emulare i suoi ex tecnici Carlo Ancelotti, José Mourinho e Marcelo Bielsa, nome da niente in Sud America. Eliminato dalla Coppa Italia per opera del Sassuolo al terzo turno, in campionato le difficoltà sono evidenti, ed il 26 marzo 2016 viene esonerato dopo la sconfitta tra le mura amiche con il Cagliari, con la squadra quint’ultima in classifica; a fine anno il Modena sarà comunque retrocesso.

In patria le cose vanno decisamente meglio, e la successiva esperienza al Banfield sarà propedeutica per i successi sopracitati con il Defensa y Justicia. La prestigiosa chiamata da parte del San Paolo fa sognare anche i tifosi italiani, che aspettano e sognano il ritorno di un Crespo ben più formato rispetto alla parentesi modenese.

Da calciatore el Valdanito (soprannominato così per la somiglianza dei suoi ricci con quelli di Jorge Valdano) era un feroce cacciatore di gol ed era caratterizzato da una grande sensibilità di tocco, genetica squisitamente argentina che, in tutta la sua carriera, lo portò a segnare un numero cospicuo di reti, in ogni modo possibile: destro, sinistro, di testa o di tacco, poco importava ad un assassino come lui dell’area di rigore.

La speranza è che il talento dimostrato sul campo si confermi anche come allenatore. Le premesse sono ottime, sperando che il richiamo dell’Italia susciti un giorno nel Valdanito l’effetto delle sirene nella leggendaria Odissea di Omero.


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