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Inter, stop ai tormentoni ora urgono solo le risposte

(Inter news) Fra 48 ore si riprende da dove ci eravamo lasciati il 22 maggio scorso. Ricordate la squadra abbracciata, cantata, sostenuta, festeggiata da un Meazza deluso dal mancato scudetto ma orgoglioso come poche altre volte dei propri ragazzi?

Mercato come montagne russe

Da li in poi 80 giorni passarti sulle montagne russe del calcio mercato. Un inizio coi botti per poi finire sul binario morto del bilancio. Gli arrivi di Lukaku, Asllani, Bellanova, Mkhitaryan avevano fatto pensare ad un’estate esaltante. Dybala sembrava già con la penna in mano per firmare il contratto con Marotta, Bremer invece pure, Bastoni non si tocca (capito Conte?), per Skriniar portare la grana per vedere cammello.
Aspettative altissime insomma, franate nello spazio di 48 ore. Bye bye alla Joya ghermita dal fascino del Colosseo e di Mourinho ed al centrale brasiliano straconvinto dai soldi dalla Juventus che lo ha strapagato per sostituire De Ligt.
Da quel momento in poi stop completo con conseguente caduta dei tifosi nel loop della frustrazione amplificata anche dai movimenti della concorrenza.

Aspettative vs bilanci

Aspettative altissime insomma, franate nello spazio di 48 ore con la Joya ghermita dal fascino del Colosseo e di Mourinho ed il centrale brasiliano straconvinto dai soldi dalla Juventus che lo ha strapagato per sostituire De Ligt.
Da quel momento in poi stop completo con conseguente caduta dei tifosi nel loop della frustrazione amplificata anche dai movimenti della concorrenza.
Aspettative e frustrazioni figlie della passione e del tifo che spesso non tengono conto di quella quisquilia che va sotto il nome di bilancio che in casa nerazzurra da anni ormai impone scelte limitate e anche dolorose.

In cerca di risposte

A due giorni dal fischio di inizio della serie A le testate fanno a gara a ricordare ai club stranieri che l’Inter deve vendere Skriniar perché alla fine Zhang si accontenterà di pochi maledetti e subito, che manca ancora il sostituto di Ranocchia e che Casadei e Dumfries che ci fanno ancora in nerazzurro? Troppo buoni amici della carta stampata, grazie dei pro memoria…
Ora si gioca. Tra due giorni a Lecce ci sarà da capire se il precampionato balbettante e ricco di gol subiti è un segnale d’allarme vero oppure solo esibizioni condizionate dal caldo e da una preparazione caricata a mille vista l’anomalia dei calendari, 90 giorni con 15 turni di campionato e 6 del girone di Champions.
Ora si gioca. Con i soliti 70 mila pronti a riempire di nuovo il Meazza tra 10 giorni come genitori smaniosi di vedere il neonato e trovare le prime risposte. Nonostante tutto la creatura sembra bella e in salute ma come crescerà? Con Skriniar o senza? E la Lu-La tornerà ad essere micidiale come due anni fa? E Gosens sarà di nuovo un padrone del centrocampo come ai tempi di Bergamo? E Inzaghi riuscirà a trovare la quadra per permettere a Lukaku di far esplodere tutta la sua potenza? E Handanovic offre davvero garanzie maggiori di Onana?
Ora si gioca, basta parole, basta tormenti, ora solo Amala

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