Il curioso caso di Joao Mario: da punto di riferimento a dilemma tattico

di Raffaele Palmieri, pubblicato il: 23/09/2017

Joao Mario, da quando è arrivato all’Inter, non ha mai trovato la sua dimensione. Vediamo il perché di questo, ad oggi, fallimento

Quando è arrivato all’Inter, nell’estate del 2016, Joao Mario ha subito scaldato i cuori dei tifosi interisti. Veniva dalla trionfale cavalcata del suo Portogallo a Euro 2016, durante la quale aveva incantato insieme a Cristiano Ronaldo e soci. L’avventura nerazzurra però è stata subito complicata per il talento, su questo non c’è dubbio, portoghese.

Il tecnico olandese Frank De Boer non ha mai trovato la giusta collocazione in campo per lui: è stato impiegato trequartista, mezzala e addirittura vertice basso del centrocampo a 3. E i risultati sono stati, il più delle volte, disastrosi.

Con l’esonero del tecnico di Hoorn e l’avvento di Stefano Pioli sulla panchina nerazzurra, le cose sono iniziate a migliorare. Fino all’ormai famoso pareggio di Torino, partita dalla quale è partito il tracollo dell’Inter lo scorso anno, Joao Mario è stato uno dei migliori tra i nerazzurri. Pennellate sui calci piazzati, tocchi deliziosi per i compagni e qualche gol il meglio del talento portoghese nei mesi di Pioli. Nonostante il discreto rendimento, anche con il tecnico parmense i problemi non sono mancati per quanto riguarda la sua collocazione tattica: il ruolo di trequartista gli stava stretto.

Pioli poi va via ed è la volta di Spalletti sulla panchina nerazzurra. Il tecnico toscano ha elogiato Joao Mario sin dal primo giorno alla Pinetina, addirittura lo ha definito meglio di Nainggolan negli strappi. Anche il tecnico di Certaldo però sta avendo i suoi problemi a trovare la giusta posizione per il portoghese. Dopo due buone prove contro Fiorentina e Roma, nelle quali ha letteralmente spaccato la partita, contro Crotone e Bologna è stato il peggiore in campo.

Eppure Spalletti aveva capito subito che il ruolo del portoghese non era quello di trequartista: Joao Mario infatti ha fatto le fortune di Sporting e Portogallo giocando da esterno offensivo o da mezzala, per questo nel precampionato è stato spesso schierato da esterno, dimostrando buona gamba e ottime capacità di saltare l’uomo.

Che il suo talento lo costringa a giocare in un ruolo non suo per sopperire i limiti tecnici dei suoi compagni? Può essere. Quel che è certo però è che Spalletti sta pensando, come riportato oggi durante la conferenza stampa pre Genoa, di invertire il vertice di centrocampo: da alto a basso, inserendo le mezzali. Per rendere in centrocampo più dinamico e per permettere, chissà, a Joao Mario di esprimersi al meglio. Perché il talento è fuori discussione, la sua utilità nel ruolo in cui è spesso schierato, si.

 


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