Icardi “Über alles”

di Luciano Oggiano, pubblicato il: 26/11/2017

Indice dei contenuti

1 Juve, Napoli, Roma superiori…(?)2 Icardi, i numeri, il 100 si avvicina3 Se Icardi giocasse in tedesco…4 Una metamorfosi attesaJuve, Napoli, Roma superiori…(?)

Può darsi, visti i campionati precedenti. Possiamo anche dare atto a queste squadre di avere per ora livelli superiori all’Inter se parliamo di collettivo, affiatamento, collaudati schemi e intesa tra singoli e reparti. Ma se parliamo di numeri, nessuno può più chiudere gli occhi su quello che in concreto sta dimostrando la squadra, non solo Icardi.

Icardi, i numeri, il 100 si avvicina

Che ormai sia un cardine dell’attacco, se ne sono accorti 15 volte gli avversari. E se i numeri precedenti erano una terna plurigemellare come 13-13-13 (partite, presenze, goal) da stasera si sfasano di un numero: 14-14-15. Mai accaduto. Ma Icardi già era in doppia cifra da anni, ed ora minaccia seriamente di doppiarla se non intervengono malauguratamente infortuni e/o vistosi errori arbitrali, VAR inclusa. Infatti, il numero 100 (goal in serie A) si avvicina ormai a grandi passi

Se chi ha seguito la partita è stato attento, Icardi ha avuto altre occasioni oltre i due goal. Non solo, è stato protagonista di un’azione da ariete, fermato solo dall’intervento finale del terzo avversario saltato. Indice, questo, di chiara condizione ottimale dal punto di vista psicofisico, sicuramente un segnale più che positivo per il resto del campionato aver visto il giocatore determinato e reattivo.

Se Icardi giocasse in tedesco…

In Germania, direbbero “Icardi Über alles“, ovvero sopra tutti, e al momento nessuno può affermare il contrario. Sembrano ormai lontani i tempi in cui dal pubblico arrivavano fischi e contestazioni, sia al centravanti che al resto di quella che non sembrava essere nemmeno più una squadra. Allenata da personaggi diversi, e probabilmente non idonei a ricostruire un’identità all’interno di un gruppo, pareva non capire se stessa. Anche Maurito, con qualche errore di comunicazione (ricordiamo le polemiche sulle frasi biografiche del suo libro) sembrava essere diventato uno dei principali imputati di diversi fallimenti; la curva lo aveva in pratica desautorato, fino al punto di spingerne la cessione.

Una metamorfosi attesa

Invece ecco apparire all’orizzonte un uomo, uno dei “pelati” del nostro calcio che bussa alle porte di una squadra che aspetta un riferimento forte, sicuro, pragmatico. Arriva Luciano Spalletti, forse anche un pò in sordina, sovrastato da un alone di scetticismo figlio delle delusioni. E il pelato inizia a lavorare, inizia dalla testa anzichè dalle gambe. In pochi mesi rivolta la squadra come un calzino, tirando fuori quello che non ti aspetti da giocatori che non ti aspettavi ne fossero in grado.

Una metamorfosi generale, ancora incompleta ma instradata finalmente su un percorso chiaro, suscettibile di diventare un rettilineo su cui lavorare di acceleratore. E così, eccoli, i numeri: vittorie, gol, punti e classifica al top, stanno progressivamente smorzando le facili ironie su pali, fortune e presunti favori addirittura dalla VAR. Risultati che stanno diventando conferme, partita dopo partita, e ora alimentano solo una categoria: quella dei rosiconi…


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