Inter: Kondogbia, Murillo, Gasperini a lezione di riconoscenza da un saggio ventenne

di Mario Spolverini, pubblicato il: 23/02/2018

Inter: troppe parole negli ultimi giorni

Inter: va molto di moda negli ultimi giorni sputare nel piatto dove si è mangiato. Alle parole di Gasperini siamo ormai abituati, non fanno più notizia.
Kondogbia ieri e Murillo oggi hanno sentito il bisogno di raccontare quanto sono felici e quanto si sentono realizzati lontano da San Siro e dall’Inter.
Ci fa un gran piacere che i due ragazzi di belle speranze stiano trovando la loro strada in Spagna. Il segno che entrambi hanno lasciato a San Siro è ancora vivo nei ricordi dei tifosi nerazzurri, purtroppo.
Gente che da Milano ha avuto più di quanto non abbia dato, personaggi sulla cui statura in campo si può discutere, un po’ meno su quella umana.

La lezione del prof.Manaj

Tutta gente messa in riga, zittita oggi dalle parole di un giovanissimo ex, Rey Manaj, punta della Primavera di Vecchi che vinse la Coppa Italia nel 2016 in una straordinaria finale con la Juventus.
20 anni da compiere in questi giorni, Manaj è sempre di proprietà dell’Inter e oggi è in prestito al Granada.
Il ragazzo albanese oggi ha dato una lezione ai più anziani ex nerazzurri con parole di grande spessore per un giovane della sua età: “”Sputano nel piatto in cui hanno mangiato magari sono al giorno prima. Chi dice queste cose è perché non è all’altezza di un club così importante”.
Una lezione non solo di stile, ma di gratitudine verso una società che ha dato loro prestigio, visibilità e tanti tanti soldi.

Riconoscenza, roba da persone di statura

In un rapporto professionale quale quello tra giocatore e società tutto è regolato dai contratti, solo il rapporto umano esula dai codicilli.
E questo rapporto si alimenta con il rispetto dato e ricevuto e con la riconoscenza reciproca.
Il rispetto tra gli ex nerazzurri e l’Inter, almeno formalmente non è mai venuto meno. Ognuno dice quello che pensa ed è responsabile di ciò.
La riconoscenza è una responsabilità che alcuni non sanno reggere e che presto trasformeranno in rancore”, ha detto con grande efficacia il giornalista Filippo Facci.
Forse è ingenuo attendersi la riconoscenza di qualcuno in un mondo privo di scrupoli come quello del calcio.
Ma l’intelligenza di tenere chiusa la bocca dovrebbe essere il minimo sindacale.


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