Zanetti sul derby : “Pensare solo alla vittoria”

di Alessandro Impusino, pubblicato il: 10/09/2015

A pochi giorni dal derby, Javier Zanetti, vice-presidente dell’Inter, parla di sè e dei colori nerazzurri in un intervista rilasciata al giornale: “Si Berlusconi era un mio estimatore, in uno dei miei primi derby in casa Milan che abbiamo vinto. A fine partita scende nel nostro spogliatoio, mi viene incontro, mi stringe la mano e mi fa i complimenti. Ero emozionatissimo. Ma no, Galliani non mi ha mai telefonato, fra di noi c’è stima e affetto, amicizia vera per un grande dirigente”.

Se scommetto su noi e loro in Europa? “Sul Milan non scommetto. Aspetto con ansia il derby, ho tanta tensione, non vedo l’ora che arrivi. Quelli che scendono in campo devono rendersi conto di essere ventidue privilegiati. Giocano un derby importante in una città che vuole tornare protagonista. Questa è una grande opportunità nella partita più importante, l’Inter deve giocarla mettendo dentro la sua forza e pensare solo alla vittoria, ma non siamo i favoriti, è troppo presto, ci fa piacere essere primi in classifica ma non basta, dobbiamo esserlo alla fine, a quel punto vorrà dire che abbiamo fatto un grande lavoro e questo non sarà semplice”.

La Juve? “È una grande squadra, può darsi che senta un po’ la partenza di certi giocatori ma ha una rosa che può sempre fare la differenza. Meglio pensare a noi”.

Mancini li vuole una squadra più muscolare? “Sta costruendo una squadra con una grande forza fisica e questa è un’arma in più. C’è una difesa che mi piace molto. Ranocchia? Sa che il capitano è lui, si deve sentire importante, anche se sta fuori deve essere sempre il primo”.

È un Inter che ha cambiato pelle, è arrivata una scopa nuova? “Moratti, la famiglia, tutto sapeva di Inter. Poi è arrivato il momento di cambiare, serviva qualcosa di diverso. Ora c’è dietro un’altra squadra. Io ho appena iniziato e prima non mi rendevo conto di tutto questo”.

Troppo impegnato a dirigere il clan argentino? “Sì sì. Il famoso clan argentino non ha mai messo interessi personali davanti alla squadra e in società era rispettato perché ha sempre difeso questa maglia con tutte le sue forze”.

E’ più fastidioso vedere Mihajlovic o Balotelli al Milan? “Con Sinisa grandi ricordi da compagni di squadra e poi come allenatore. Resta un bellissimo rapporto. Lui sapeva che facendo questo mestiere gli poteva succedere di diventare un nostro avversario e magari allenare il Milan”.

E Mario? “Grande, adesso deve metterci qualcosa di suo, gli stanno dando una nuova opportunità. Voleva l’Inter? Non credo, Mancini aveva altre idee e poi il mercato dà delle opportunità e noi abbiamo preso quello che ci faceva comodo. L’episodio della maglia? Aveva capito subito, un episodio molto triste che aveva visto tutto il mondo. C’eravamo rimasti male, nell’intervista a fine partita tentai una difesa ma è molto difficile commentare certe cose a caldo”.

Il derby? “Ero appena arrivato, uno dei miei primi Inter-Milan, gara appena iniziata, entro in area e Baresi mi butta giù. Poi niente, sono tornato zitto zitto dalle mie parti”.

Chi lo vince? “Basta un dettaglio, prepari la partita tutta la settimana, poi succede qualcosa di imprevisto e gira tutto in un altro modo. E’ così”.

di Luca Vezzi


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