Icardi Inter, per Mauro la prova del 9: c’è un precendente significativo

di Giovanni Ragosa, pubblicato il: 07/04/2019

ICARDI INTER – La gara contro l’Atalanta delle 18 è fondamentale per la squadra di Spalletti. Per la sfida all’ex Gasperini torna in campo, al Meazza, Icardi. La Gazzetta dello Sport, in edicola stamane, sottolinea come a San Siro ci sarà “una doppia prova importante, a questo riguardo. Sarà un crashtest per la corazza di Maurito, nel caso il Meazza gli si rivoltasse contro. Ma pure un test elettorale di popolarità: come si posizionerà il pubblico interista di fronte al numero 9 ritrovato, e magari «segnante »?

Le dichiarazioni di voto sono state in alcuni casi chiare. La Curva Nord ha ribadito ieri che non «farà nessun passo indietro» verso un giocatore che considera ormai fuori dall’interismo, ma sottolinea anche che Icardi «verrà considerato il giusto». Non ci saranno 90’ di fischi, insomma, e una fetta di «Icardisti» promette invece applausi. A occhio, si tratta di una minoranza, però li si conterà oggi a San Siro. Ieri Luciano Spalletti, nella conferenza della vigilia, si è espresso così: «L’Inter è di chi la ama, e in particolare di chi partecipa attivamente per sostenerla. Avendo a cuore il club sapranno come comportarsi.”

Icardi Inter, il precedente

La rosea riporta un precedente: “Al tempo della prima rottura con la Curva, quella seguente all’autobiografia (e al passaggio incriminato di una lite con gli ultrà raccontata con l’inserimento di una maglia strappata a un bambino), il clima era anche più caldo.

Icardi si trovò gli ultrà sotto casa, che aspettavano beffardamente «i suoi amici argentini» con cui, sempre nel libro, diceva di averli minacciati. A San Siro fu fischiato dalla Nord anche prima e dopo un rigore che, quello sì, sbagliò. Era il 16 ottobre 2016, l’Inter perse col Cagliari. Dieci giorni dopo, al ritorno al Meazza, però segnò una doppietta nel 21 sul Toro: aveva rodato le spalle dell’architetto. Allora il resto dello stadio non aveva motivi per unirsi ai contestatori. Oggi qualche altro cuore potrebbe essere stato infranto.”

Fonte: Gazzetta dello Sport


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