Milan shock! La Procura indaga su Yonghong Li: riciclaggio per oltre…

di Giovanni Ragosa, pubblicato il: 25/03/2018

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1 Inchiesta shock della Procura sul proprietario dei rossoneri2 Fabio De Pasquale ha messo nel mirino Li3 L’azzardo di Mr Li4 Il momento di non ritorno nel 20165 Caparre sospette e prestito di Elliott6 L’inchiesta della Procura: ipotesi riciclaggioInchiesta shock della Procura sul proprietario dei rossoneriLa Gazzetta dello Sport, stamane, svela di una clamorosa inchiesta che riguarda il Milan. Nello specifico Yonghong Li, attuale proprietario dei rossoneri.In particolare il quotidiano riesamina in diversi paragrafi tutta la cessione del club di Silvio Berlusconi. Una trattativa che si è trasformata in una lunga telenovela. Adesso, però, c’è una svolta importante. Come protagonista c’è Li Yonghong, diventato il patron più o meno un anno fa, proprio al posto di Berlusconi.Fabio De Pasquale ha messo nel mirino Li

Su di lui ci sarebbero gli occhi del procuratore di Milano Fabio De Pasquale. C’è un memoriale depositato in procura, che svela dettagli importanti.“Negli stessi giorni in cui Berlusconi era impegnato a fare i conti con i risultati delle politiche e il sorpasso interno alla coalizione di centrodestra operato da Matteo Salvini, il suo avvocato di fiducia Niccolò Ghedini era alle prese con un lavoro altrettanto delicato.Stava visionando la relazione super dettagliata redatta dall’ufficio legale di Fininvest che spiegava punto dopo punto la trattativa che aveva visto uno sconosciuto cinese fare shopping in Italia. Portandosi a casa una delle società più famose al mondo e garantendo alle casse di Fininvest la cifra monstre di 740 milioni di euro. Un documento non fine a se stesso, ma depositato nei giorni scorsi alla Procura di Milano e preso in consegna proprio da De Pasquale (a capo del dipartimento Affari internazionali-Reati economici transnazionali). Se il magistrato cercava un bel romanzo da leggere, ora ha in mano la sceneggiatura perfetta. Ma quelle pagine potrebbero dare (o forse hanno già dato) spunti interessanti per il fascicolo appena aperto sulla cessione del Milan. Un modello 45 senza ipotesi di reato e senza indagati che sembra il giusto incipit per qualcosa di più investigativo. Anche perché l’ipotesi di riciclaggio è già contenuta nel documento inviato in Procura a fine dicembre dalla Finanza che aveva a sua volta ricevuto tre segnalazioni di “operazioni sospette” da parte dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.L’azzardo di Mr Li

La rosea continua affermando che “il motivo sta proprio nella possibile piega che potrebbe prendere l’inchiesta sulla cessione del Milan. Fininvest ha già fatto sapere di considerarsi parte lesa nel caso si scoprisse che i soldi fatti arrivare da Li siano fonte di guai giudiziari. Un timore in rialzo anche perché i continui scossoni dati alla proprietà cinese sembrano portare verso un cambio di proprietà. A fine ottobre Elliott dovrebbe diventare padrone del Milan. Nel frattempo forse solo un’inchiesta della magistratura potrebbe spiegare quello che agli occhi di tutti appare un grande azzardo da parte di un broker cinese capace di sbaragliare la concorrenza. Scalando le posizioni interne alla cordata d’investitori interessati al club italiano e facendo fuori due pesi da novanta. Come gli advisor Salvatore Galatioto (considerato una delle 50 persone più influenti nel mondo dello sport Usa). Oltre a Nicholas Gancikoff (giovane manager di origine armene proprietario di Sports Investment Group e durante la trattativa a.d. in pectore rossonero, ruolo poi finito a Marco Fassone).Il momento di non ritorno nel 2016

C’è un preciso momento che segna il punto del non ritorno. Fine luglio 2016, Galatioto e Gancikoff sono al tavolo con Fininvest per cercare la quadra, i continui rinvii e i nomi della cordata sempre più variabili creano nervosismo. Ma sembra arrivato il giorno buono, poi ecco una telefonata. Dall’altra parte della cornetta c’è Han Li (braccio destro di Li Yonghong e anche l’unico dei due che parli inglese): spiega che a comprare il Milan saranno loro attraverso la Sino-Europe, che lo faranno con fondi personali, senza bisogno di banche (evitando così una due diligence, il controllo accurato dei conti previsti dalle legge quando nella trattativa sono coinvolti soggetti politicamente esposti come Berlusconi) e con una doppia caparra a fondo perduto da 200 milioni di euro. Uno scacco matto nei confronti degli altri pretendenti, in primis proprio Gancikoff che fa un tentativo di contro-sorpasso. Appoggiandosi a Sonny Wu, patron del fondo privato GSR Capital, e Steven Zheng, uomo d’affare nel settore energia solare, i due uomini di riferimento della cordata. Fininvest fa la sua scelta, firma il preliminare di vendita e comunica in diretta a Galatioto e Gancikoff l’avvenuto capolinea. Da quel momento Ghedini intensifica le visite in Procura, chiedendo quasi l’autorizzazione a incassare i soldi della cessione.

Caparre sospette e prestito di Elliott

I mesi successivi sono frenetici: potrebbero essere ripassati al setaccio da De Pasquale. Soprattutto per dare una tracciabilità ai soldi entrati in Italia. I primi 100 milioni di euro arrivano da Li attraverso Credit Suisse. Banca tirata in ballo nello scandalo sui Panama Papers e più volte accusata di aiutare l’evasione fiscale dei suoi clienti.

La seconda tranche (altri 100 milioni, dicembre 2016) fa il giro del mondo: passa dalle Isole Vergini Britanniche – paradiso fiscale molto noto anche in Italia – per arrivare a Hong Kong e da qui a Milano. Un modo per rendere complicata qualunque tracciabilità, alzando un muro su eventuali indagini.

Fininvest incassa e forse spera finisca lì, con le caparre a fondo perduto diventate “regalo” per il Natale 2016 a causa del mancato closing. E invece Li, dopo aver ottenuto alcuni rinvii versando a fine marzo 2017 un’altra tranche da 50 milioni, riesce ad aprile dello scorso anno a portare in porto l’acquisizione. Grazie al prestito (a interessi altissimi) di 303 milioni di euro ricevuto dal fondo Elliott.

L’inchiesta della Procura: ipotesi riciclaggio Se fosse così non è da escludere una visita dell’italoamericano in Procura, proprio nell’ufficio di De Pasquale che nel frattempo potrebbe essere impegnato tra rogatorie ad Hong Kong e altre attività nel tentativo di ricostruire il puzzle dei soldi per un fascicolo diventato col trascorrere delle indagini un modello 44, con ipotesi di reato (riciclaggio) in evidenza. Per qualcuno questa visita potrebbe esserci già stata, ma resterebbe coperta per ovvie ragioni. Anche perché in una sceneggiatura perfetta non può mancare il colpo di scena.Fonte (Gazzetta dello Sport)


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