(ID), Bucchi:” Stasera decide la trequarti. L’Inter deve vincere lo scudetto”

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 16/12/2020

Stasera, la partita di cartello per il turno infrasettimanale di Serie A, è sicuramente quella di San Siro tra Inter e Napoli. Nella passata stagione i nerazzurri hanno battuto i partenopei sia all'andata che al ritorno venendo, però, eliminati in semifinale di Coppa Italia, proprio a causa di una sconfitta a San Siro. Della partita si è soffermato a parlare con noi l'ex centravanti del Napoli, Christian Bucchi, che poi ha analizzato anche il momento di alcuni singoli della rosa nerazzurra.

La partita di stasera  è molto significativa per l’alta classifica di Inter e Napoli, in quale zona di campo pensa che le due squadre possano mettersi in difficoltà?

Secondo me la zona che deciderà tutto è la trequarti, offensiva o difensiva, in base a come si legge la partita. Si tratta di due squadre abilissime a giocare di ripartenza, si sanno chiudere e ripartire e quindi credo che chi sarà più abile a rubare palla ed andare negli spazi, sfruttandoli, sarà quella che potrà portare a casa il match. Sono due squadre solide, forti e quindi la gara sia molto combattuta e le transizioni saranno l’ago della bilancia.

Gli attacchi delle due squadre sono i reparti che più saranno sotto la lente di ingrandimento. Lei, che attaccante lo è stato, pensa che troveranno più difficoltà Lukaku-Lautaro contro Manolas-Koulibaly, o i tre piccoletti del Napoli contro Skriniar-de Vrij- Bastoni?

Penso che le difficoltà maggiori possano averle Lukaku e Lautaro, innanzitutto perché sono gli unici due veri uomini gol, soprattutto il belga. All’Inter non ci sono altri attaccanti che fanno tanti gol. Poi la fisicità delle due punte dell’Inter si scontra con la fisicità di Manolas e Koulibaly. Il Napoli, invece, ha tanti soluzioni diverse: al di là di Insigne, Mertens, Lozano, c’è anche Politano, c’è Petagna, Zielinski che può giocare trequartista, Elmas che può giocare da esterno. Hanno davvero tante alternative e la caratteristiche di avere degli attaccanti piccoli e rapidi che affronteranno giocatori strutturati fisicamente e non velocissimi, potrebbero mettere in difficoltà l’Inter.

Ci saranno anche delle assenze pesanti da una parte e dall’altra: Vidal e Sanchez per l’Inter e Osimehn per il Napoli. Quale peserà di più?

Per me peseranno di più le due dell’Inter perché i nerazzurri non hanno un calciatore che possa sostituire Sanchez, ma hanno solo Lautaro e Lukaku in avanti; per quanto riguarda Vidal è un centrocampista inseguito per un anno dall’Inter e che ha in dote 7 o 8 gol a stagione. Il Napoli, senza Osimehn ha investito tanto, se non tutto, di quello che aveva a disposizione nel proprio mercato, ma ha saputo sopperire alla sua assenza con tante alternative.

Sia Inter che Napoli ambiscono a posizioni alte di classifica. Pensa che possa essere l'anno giusto, per una delle due, per vincere lo scudetto o la Juventus è ancora un gradino sopra?

Questo deve essere l’anno dello scudetto, soprattutto per l’Inter. La Juventus ha Chiellini che deve fare i conti con l’età, ha avuto la partenza di Pjanic che è stata una perdita importante, Khedira che è stato un elemento importante per il gioco dei bianconeri e ci metto anche l’incognita Pirlo, che diventerà sicuramente un grandissimo allenatore, ma che ancora non ha avuto molta esperienza. Io metto prima l’Inter, poi anche il Napoli ed il Milan.

Per quanto riguarda l’Inter, i nerazzurri arrivano dalla vittoria di Cagliari in rimonta, ma ancora brucia l’eliminazione europea. Per questo, nelle ultime settimane, ci sono state molte critiche nei confronti del tecnico, Antonio Conte, accusato di essere un po’ troppo monocorde. Lei crede che le cose siano così o la pensa diversamente?

Quando le cose vanno male è normale che l’allenatore sia il primo ad essere sotto accusa. Su Conte pesano due fattori: il grande stipendio che è atipico di questi tempi, soprattutto per la Serie A e gli acquisti che la società ha fatto per accontentarlo sul mercato. Poi, per quanto riguarda il famoso piano B, se un allenatore pensa che i suoi schemi siano i migliori allora deve andare avanti con quelli.

Da ex attaccante, cosa ne pensa delle critiche a Lukaku che viene additato per essere poco decisivo nelle partite che contano? O è davvero, come lo stesso belga ha detto, uno dei primi cinque centravanti al mondo?

Credo che sia entrambe le cose: per le sue qualità Lukaku è tra i primi cinque centravanti al mondo, la sua potenza, la sua tecnica, la sua fisicità, lo fanno rientrare sicuramente tra i migliori nel suo ruolo. D’altro canto è vero che spesso manca nell’essere decisivo quando ci sono partite di cartello. Poi spesso sono anche voci, si diceva anche di Ibra che non fosse decisivo quando contava, invece poi, con l’aumentare dell’età, ha dimostrato il contrario. Quindi Lukaku ha tutto il tempo per esserlo.

All’Inter c’è un calciatore come Eriksen che sembra non aver trovato il giusto feeling con Conte. Qual è la sua opinione su questa situazione?

Qui l’errore è stato a monte. L’Inter, pur consapevole del fatto che Eriksen non fosse funzionale a Conte, ha deciso di cogliere una grande occasione di mercato. Conte voleva un altro tipo di calciatore, ma questo non vuol dire mettere in discussione Eriksen che ha un talento cristallino. Mi viene difficile anche giudicarlo visto che praticamente non ha quasi mai giocato e non ha potuto dimostrare molto. Conte ha un forte piano A, ma in questo suo piano non rientra Eriksen.

Infine, per lei che ha vissuto il calcio a Napoli, un pensiero sulla scomparsa di Diego Armando Maradona.

Un grandissimo dispiacere sia per chi ama che per chi non ama il calcio. Tutti lo conoscevano ed era amato anche per i suoi difetti. Ancora oggi faccio fatica a crederci, così come per Paolo Rossi. Soprattutto, poi, per chi come me ha respirato il San Paolo è stata una grande perdita e posso dire che è stato un onore aver condiviso un pezzo di storia della società in cui ha giocato Maradona.


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