(ESCLUSIVO ID) Jacobelli: “Spalletti signor allenatore. Mercato? Sarà…”

di Candido Baldini, pubblicato il: 06/06/2017

Intervista esclusiva a Xavier Jacobelli : “Inter hai già i due migliori giovani italiani, prendi anche il terzo!”

Xavier Jacobelli, direttore editoriale della redazione digitale del Corriere dello Sport, ha rilasciato un’intervista esclusiva alla redazione di Inter Dipendenza. Ecco le parole del giornalista.

Come giudica l’avvento di capitali esteri nel calcio italiano in generale e di Suning per l’Inter?

Oserei direi provvidenziale alla luce della situazione economica e di bilancio dell’Inter e del Milan. Riferendomi a Suning, voglio utilizzare le parole del presidente dell’Atalanta Percassi, di ritorno un fa mese da Nanchino dopo un incontro con lo stato maggiore del gruppo Suning per imprese commerciali. Il presidente Percassi disse: “ho capito che l‘Inter avrà un futuro illimitato. Suning è una vera potenza economica che vuole portare l’Inter in Champions League da subito e ai vertici del calcio mondiale. E per fortuna dell’Inter e dei suoi tifosi Suning ha una disponibilità economica tale da consentirgli di ricominciare, di voltare pagina dopo la delusione di quest’anno e ricostruire una squadra competitiva. Idem per il Milan, che ha già chiuso delle operazioni di mercato.”

Che mercato farà l’inter? Ma soprattutto, sarà in grado di battagliare con la Juventus?

Le grandi squadre non si costruiscono mai di punto in bianco, però… c’è un però grande come una casa: che l’Inter dal punto di vista tecnico dispone già di un ottimo potenziale.
Non stiamo parlando di una squadra che ha bisogno di essere rifondata. Qui stiamo parlando di una squadra che viene dal periodo De Boer (scelta sbagliata, perché parliamo di un tecnico che ha fatto benissimo in Olanda ma purtroppo si è dimostrato totalmente a digiuno della realtà del campionato di Serie A) e dal periodo di Pioli, che era partito benissimo ma è stato piantato in asso dalla squadra sul più bello. Perché questo bisogna dirlo: Pioli ha pagato per tutti. Ma dopo il 7 a 1 dell’Inter all’Atalanta non c’era nessuno che pensava che l’Inter non potesse tornare in Europa e addirittura si vagheggiava la possibilità di competere per il terzo posto. La verità è che alla fine la squadra ha ceduto. Ora con Spalletti si volterà pagina. Molto dipenderà da cosa vorrà fare la società sul mercato. Mi riferisco a Brozovic e Perisic e dalle scelte che farà Spalletti, che ha un vantaggio: lavorerà con Sabatini che conosce molto bene.

La Juve sabato ha perso la settima finale di Champions della sua storia, una coppa con la quale non c’è molto feeling. Cosa è mancato ai bianconeri rispetto all’inter “triplettata” del 2010?

È mancata la condizione atletica, perché nel secondo tempo la Juventus è letteralmente scomparsa di fronte ad un grande Real che ha meritato di conquistare la dodicesima Coppa dei Campioni. È mancata secondo me la convinzione che la Juve ha messo contro Barca e Monaco ed è Mancata, secondo me, dal punto di vista psicologico, quella carica che sarebbe stata necessaria per affrontare uno squadrone come il Real Madrid. Ha ceduto proprio sul più bello, perché nel primo tempo la Juventus aveva retto il confronto ma nella ripresa si è squagliata. E lì credo sia anche una questione di condizione atletica. Il Real ha viaggiato a velocita doppia. C’è poi da sottolineare la prova superlativa non solo di Cristiano Ronaldo: Modric secondo me ha deciso la partita, ma anche la panchina, perché quando si è trattato di fare dei cambi il Real ha inserito Asensio e prima ancora Bale; La Juventus non ha ricambi altrettanto all’altezza. È stata una lezione salutare, ma non condivido per niente i giudizi totalmente critici di chi ha parlato di stagione totalmente fallimentare. Qui stiamo parlando di una stagione in cui si è vinto il sesto scudetto consecutivo e la terza coppa Italia consecutiva con l’approdo in finale, per la seconda volta nell’arco delle ultime tre edizioni, di Champions. Quindi mi sembra che il bilancio non possa che considerarsi positivo. È chiaro che la frustrazione e la delusione dei tifosi della Juventus sia palpabile ma non vuol dire che i bianconeri debbano  ripartire da zero. Anzi, secondo me è ancora la squadra favorita per il prossimo campionato, fermo restando il fatto che sono curioso di vedere le mosse di mercato delle altre.

Sembra ormai acclarato che Spalletti guiderà l’Inter per il prossimo anno. È stata la migliore scelta possibile?

Basta dare un’occhiata in giro al mercato e a come si sono accasati alcuni allenatori che vanno per la maggiore e a quello che l’Inter poteva fare, perché ci ha provato con Conte, ci ha provato con Simeone, che sarebbero stati nell’uno e nell’altro caso soluzioni strepitose. Il problema per l’Inter è che sia uno sia l’altro hanno deciso di restare dove sono. E qui è evidente che Spalletti, nonostante le contraddizioni nella quali è caduto nell’ultima stagione romanista (ma questo è stato un problema suo di comunicazione e di gestione del rapporto con Totti) è un signor allenatore. Ha infatti portato la Roma al secondo posto di fronte allo strapotere della Juventus. Mi ricordo quello che si diceva tre mesi fa: il campionato era chiuso e invece abbiamo visto come è andata a finire. Quindi, sotto questo aspetto, l’Inter prende un allenatore di grande esperienza e di grande bravura. L’importante è che venga lasciato lavorare in pace e non si cominci dopo i primi risultati (perché magari capita un pareggio o una sconfitta e ricomincia la solita solfa) a criticare. Questo allenatore ha il diritto di essere giudicato alla fine della sua prima stagione interista, non prima, qualunque sia il risultato finale. Altrimenti l’Inter tornerà nel vortice, nel circolo negativo di cui è stata prigioniera dal dopo Mourinho in poi.

Come mai a Milano c’è confusione sullo stadio? La situazione non si sblocca mai: problemi burocratici, lungaggini varie, disaccordo tra Milan e Inter sulla gestione di San Siro. Nel calcio moderno è dimostrato come lo stadio di proprietà possa fare una differenza enorme. Come si esce da questa impasse?

Il problema è molto semplice. Quando sette anni fa un altro gruppo cinese si avvicino all’Inter scappò a gambe levate apprendendo che ci sarebbero voluti dai sette ai dieci anni per costruire il nuovo stadio. Siamo sempre lì: se non si capisce cosa significa avere uno stadio di proprietà, anche per l’Inter e per il Milan, non si va da nessuna parte. Secondo me molti problemi verranno risolti, però le due società in questo momento sono condannate a condividere San Siro che è un tempio del calcio. Ma se io guardo alla situazione di Londra, veramente mi rendo conto che Inghilterra vivono su un altro pianeta quanto a realizzazione degli stadi.
Il nuovo proprietario dell’Everton la prima cosa che ha presentato al municipio di Liverpool è stata il progetto del nuovo stadio: 225 milioni di sterline, e ovviamente il progetto è stato approvato. Questo è un paese in cui si parla per anni ma non si fa nulla, anche in una metropoli come Milano che è la locomotiva del Paese, come i risultati economici ci ricordano.

Una squadra competitiva è il primo tassello importante per ottenere successi, ma anche la dirigenza ha un peso enorme. Cosa pensa degli uomini che lavorano per l’Inter, dove hanno sbagliato in questi anni e cosa devono migliorare?

Dietro una grande squadra c’è sempre una grande società, da questo non si scappa assolutamente. Ora all’Inter, intanto, i dirigenti sono italiani. Conoscono il calcio italiano e già questo è un punto di partenza positivo. Sanno benissimo cosa Suning chiede loro. E quindi lasciamoli lavorare, perché il male del calcio italiano spesso è il dopoismo. Basta sempre pensare al dopo, agli scenari futuri, a chi verrà dopo. Adesso c’è Sabatini, c’è ausilio, c’è Spalletti, quindi c’è un sistema di governo dell’Inter che è italiano e che conosce benissimo la realtà del campionato italiano. Adesso bisogna lasciarli lavorare in pace. Capisco le attese dell’Inter, capisco come i tifosi nerazzurri non vedano l’ora di tornare ai fasti del triplete. Però, senza dimenticare quale fosse la situazione dell’Inter nel 2016 (se non arriva Suning i problemi di gestione ordinaria possono diventare insormontabili), arrivati a questo punto bisogna avere fiducia di questa proprietà, molto solida e molto ambiziosa, che vuole tornare a vincere. Adesso vedremo dal mercato, che ufficialmente non si è ancora aperto, cosa arriverà. Io non ho dubbi che questa dirigenza voglia costruire una squadra molto competitiva.

Come giudica Sabatini in nerazzurro?

Lo giudico benissimo. Sabatini non lo scopro di certo io adesso. Sabatini, pur in un contesto di difficoltà a Roma (mi riferisco ovviamente alla situazione di bilancio), ha operato secondo me molto bene, e farà bene anche all’Inter, ma deve essere messo nella condizione di lavorare. Non ho dubbi che la società che lo ha ingaggiato voglia fargli fare bene.

I tre migliori giovani italiani che, secondo lei, l’Inter dovrebbe mettere sotto contratto.

“Uno ce l’ha già, l’ha preso a gennaio ed è Gagliardini, che è stato risucchiato nel finale di stagione dal momento negativo di tutta la squadra. Gagliardini si è imposto subito all’attenzione generale per la sua bravura. È stato anche un affare, perché se l’avessero comprato adesso sarebbe costato di più. Dopodiché c’è l’imbarazzo della scelta. Se fosse possibile, andrei ovviamente dritto sparato su Conti, perché secondo me Conti in questo memento è il migliore esterno di difesa, o terzino che dir si voglia, del calcio italiano. Ma non penso che l’Atalanta voglia venderlo, perché, nelle ultime dichiarazioni, il presidente Percassi ha detto che in uscita il mercato nerazzurro è chiuso. E poi c’è solo l’imbarazzo della scelta. Guarderei all’attacco, perché bisogna trovare una spalla di Icardi, perché l’argentino non può far mica tutto da solo, considerato l’addio di Palacio e considerato che c’è bisogno di una punta. E io credo molto in Pinamonti. Questo è un giovane cresciuto nel vivaio dell’Inter, alla scuola di Vecchi che è un grandissimo allenatore, giovane e che ha dimostrato, secondo me, il suo valore anche nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa nel periodo di transizione alla guida della prima squadra, come le ultime due vittorie dimostrano. Perché Vecchi è uno che ha l’Inter dentro, ed è forse l’unico. Poi ha fatto la scelta di tornare a lavorare con i giovani e di allenare la Primavera dell’Inter, e adesso tra l’altro vedremo come andrà in semifinale della Final Eight Primavera 2017. Al di là del risultato finale, Vecchi è uno che ha svezzato Pinamonti, e se fossi l’Inter credei molto in Pinamonti. E so già cosa diranno: è troppo giovane, poi si brucia, bla bla bla. Queste sono cose con le quali non bisogna avere a che fare. L’età media dell’Ajax finalista di Europa League era di 22,5 anni. La coppia di centrali difensivi finalisti di Europa League e vice campione di Olanda aveva esattamente 36 anni… ha 36 anni. Quindi, se uno ha dei giovani di valore deve farli giocare assolutamente. Da qui bisogna partire, se no è inutile parlare. L’Inter ha sfornato talenti negli ultimi anni, che però all’Inter non sono rimasti, per motivi di bilancio, perché bisognava inserire stranieri… adesso basta! C’è Pinamonti che secondo me è molto promettente ed ha il diritto di giocarsi le sue chances.

L’Inter era partita con i favori del pronostico eppure quest’anno è finita dietro al Milan. Anche sulla programmazione della nuova stagione i nerazzurri sembravano più avanti. Invece il Milan con il duo Mirabelli-Fassone ha già fatto i primi acquisti, vedi Kessie. Cosa aspetta l’Inter?

No, no, no! Adesso, appena ufficializzato Spalletti, inizieranno a vedersi anche all’Inter le prime manovre. Spalletti ora è in Cina a conoscere Suning. Ma siamo al 6 di Giugno, il mercato chiude il 31 di Agosto. Io mi aspetto un grande mercato da parte dell’Inter. Mi stupirei se non fosse così.

Chi vincerà lo scudetto?
Me lo richieda il 31 Agosto. È assolutamente impossibile dirlo perché in mezzo c’è tutto il mercato.


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