Un calcio al romanticismo e un pallone che rotola nella direzione sbagliata

di Raffaele Garinella, pubblicato il: 23/07/2021

Chiudete gli occhi per un momento. Immaginate di avere di fronte a voi Ronaldo, il fenomeno, quello vero. Il solo, unico mai esistito, insomma. Guardatelo mentre si libera a suon di dribbling del malcapitato Luca Marchegiani prima di scaraventare in rete il 3-0 alla Lazio nella notte fatata di Parigi. Ed ancora, pensate di essere sul divano di casa di fronte alla tv mentre Rumenigge, in una domenica di novembre di trentasette anni fa, strapazza la Juventus. 

Potremmo andare avanti all’infinito nel rivivere emozioni che il calcio romantico d’un tempo ormai lontano ci ha regalato. Alimentato da pura passione, animato da grandi ed indimenticabili uomini. Straordinari per umanità, ancor prima che straordinari presidenti. Dall’indimenticabile Ivanoe Fraizzoli fino a Massimo Moratti e al Triplete, passando per l’epoca dell’Inter dei record griffata Ernesto Pellegrini. Le bandiere sventolavano seguendo i colori della causa sposata e non il vento delle occasioni. 

Si incarnavano in quei colori, identificandosi con la storia del club. Impensabile vedere Javier Zanetti con la camiseta del Real Madrid o Nicolino Berti scorrazzare sulla fascia con colori differenti dal nerazzurro. Era il calcio della gente e dei propri beniamini. E’ cambiato tutto. Qualcuno dice in meglio perché lo show – citando il grande Freddie Mercury – deve andare avanti. Qualcun altro ha smesso di emozionarsi al solo sentir parlare di Superlega o di calcio aperto a pochi eletti. Meglio seguire altri sport. 

La passione non ha confini, il calcio è della gente ed il pallone rotola sempre più verso una direzione sbagliata. Il calcio che piace a noi appartiene al tifoso del Perugia, che in una domenica piovosa di Maggio ha visto la propria squadra del cuore scucire dalle maglie della Vecchia Signora uno scudetto già ricamato. E’ del tifoso del Bari che ha esultato e si è esaltato per le magie di Cassano ed Enyinnaya proprio contro la nostra Inter. E’ del tifoso del Brescello e del Castel di Sangro le cui favole sono state scritte con l’inchiostro dell’amore e della passione. E quello, inutile sottolinearlo, non ha prezzo. 

Oggi vediamo Hakimi volare a Parigi per settanta milioni e domani – forse – vedremo Kane indossare la maglia del City. Con il Tottenham pronto ad incassarne ottanta e più. Logiche di un calcio sempre più votato all'economia e meno alla passione.

Un vero peccato. Così è (se vi pare). 


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