Spalletti feroce contro la stampa, un marchio degno di Mourinho

di Mario Spolverini, pubblicato il: 22/09/2018

Ci sono momenti, contesti, anche apparentemente insignificanti ma che al contrario, per la carica simbolica intrinseca che hanno, assumono la forza di un sigillo che resta impresso nell’immaginario collettivo. Nel calcio e nel tifo questo fenomeno è amplificato al massimo, ruotando sull’elemento passionale che si nutre di questi flash che diventano memoria collettiva. Un esempio? Lo “zeru tituli” di Mourinho, la “prostituzione intellettuale” citata dallo stesso sono diventati dei must che ancora popolano commenti e pagine, di sponda nerazzurra o meno. Le parole di Luciano Spalletti nella conferenza stampa di ieri entrano di prepotenza in questa cerchia ristretta. “La cronaca di Trevisani e Adani è stata una mancanza di rispetto nei confronti dei giornalisti italiani che tifavano Tottenham”.

Poche parole, un double face spettacolare, alla faccia di chi gli imputa carenze comunicative. Da un lato il complimento più evidente ai due giornalisti, finiti nel mirino delle polemiche per la loro telecronaca di Inter Tottenham. Dall’altra un affondo sanguinoso rivolto a tutti quegli addetti ai lavori, la maggior parte dell’intera comunità giornalistica badate bene, che aspettavano solo l’occasione per saltare al collo della vittima nerazzurra.

Spalletti, come Mourinho, apre a cannonate il fortino dei giornalisti e lo fa senza ritegno, senza pensare al domani. Con un solo scopo, difendere l’Inter e le persone dell’Inter. Adani e Trevisani non fanno parte del mondo Inter, anzi. Ma l’intensità e la passione (per il calcio e per il loro lavoro, non certo per l’Inter) con cui hanno descritto quei sette minuti entrano di diritto nella storia della comunicazione interista degli ultimi decenni.

Spalletti forse lo ha calcolato, in termini di valori nerazzurri queste poche parole superano di gran lunga tutte le dichiarazioni di appartenenza e di orgoglio rilasciate da quando è arrivato alla Pinetina. Spalletti come Mou insomma, con un appunto a vantaggio del tecnico toscano. Tutto quello che Josè ha fatto ed ha detto a Milano ha assunto l’aurea dell’epicità anche perché poi è arrivato il Triplete. Spalletti non ha ancora vinto niente, ma sulla sua pelata da ieri è impresso un marchio nerazzurro che sarà ben difficile da cancellare.


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