Il momentaneo 2-0 di Ibrahimovic, giunto praticamente al termine del primo tempo, avrebbe affossato qualunque squadra. Non l’Inter di Antonio Conte, capace di rifilare ben quattro pappine - quattro - agli increduli cugini. Merito di un differente approccio tra primo e secondo tempo, e di una maggiore qualità tecnica, venuta prepotente a galla, ed accompagnata dallo strapotere fisico dei nerazzurri. Per buona pace di Ibrahimovic, sicuro nell'affermare che l'Inter non sia ancora squadra da scudetto. L'attaccante del Milan sarà altrettanto sicuro che dovrà lavorare duramente con i suoi compagni per centrare la qualificazione alle prossime competizioni europee.
Bravissimo Conte nel mutare la mentalità della squadra durante l’intervallo. Cosa avrà detto il mister ai suoi ragazzi in quel quarto d’ora resterà confinato tra le mura dello spogliatoio nerazzurro, ma gli effetti si sono palesati sotto gli occhi di tutti. È un’Inter che cresce caratterialmente, nonostante alcune ingenuità evitabili. L’approccio iniziale contro la Lazio non dovrà essere deficitario. I biancocelesti rincorrono gli stessi obiettivi dell’Inter, lanciatissimi verso il primo posto, e privi di altri impegni settimanali, leggasi Coppa Italia ed Europa League. A proposito di impegni infrasettimanali, Conte si affiderà ad un importante turn-over contro il Napoli, e non potrebbe essere diversamente.
La società ha ulteriormente rinforzato la squadra durante il mercato invernale con gli acquisti di Young, Moses ed Eriksen. Una rosa importante per obiettivi importanti. L’ultima parola - come sempre - spetterà al campo. Lo stesso che ha spazzato via le illusioni di Ibra e del Milan e confermato che - almeno per il momento - l'Inter è lì, pronta a lottare per il primato.
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