L’armata Inter e il grande pericolo. Il futuro è oggi: si decide tutto!

di Matteo Gardelli, pubblicato il: 24/05/2021

Se non può essere espresso in cifre, non è scienza ma opinione“. Robert Anson Heinlein è stato fra i più influenti scrittori di fantascienza del Novecento. Il suo aforisma calza a pennello con quanto ha realizzato, nel corso di questa stagione, l'Inter di Antonio Conte. I nerazzurri hanno infatti vinto il diciannovesimo Scudetto conquistando 91 punti. Nessuna squadra in Europa, fra i campionati di prima fascia, ha fatto di meglio. L'Ajax ha chiuso a 88, l'Atletico Madrid a 86 così come il Manchester City degli sceicchi e delle grandi stelle. Gli attuali campioni d'Europa del Bayern Monaco, poi, si sono 'fermati' a 78.

Se è vero che i numeri sono freddi e poco emozionali, è altrettanto vero che sono giudici senza appello. La sentenza è dunque chiara: Antonio Conte ha costruito un'armata (quasi) invincibile. A ulteriore supporto di questa tesi accorrono altre cifre: l'Inter ha realizzato 89 reti in campionato (dietro solo l'Atalanta, 90) e ne ha incassate 35, la miglior difesa della Serie A. E ancora. I nerazzurri, almeno una volta, hanno battuto tutte le altre squadre inanellando 28 vittorie. A livello mentale, dopo le difficoltà riscontrate nella prima parte della stagione, non hanno più mollato: pur avendo conquistato il titolo a inizio maggio, si sono sempre fatti trovare 'carichi a 1.000'. È vero, fra Crotone e Udinese è arrivata la sconfitta contro la Juventus ma sappiamo tutti com'è maturata: le risate in diretta dei cronisti inglesi per il rigore concesso a Cuadrado risuonano ancora nelle orecchie di tutti.

Per questi motivi, più si avvicina il tanto atteso incontro fra Steven Zhang e Antonio Conte (secondo la Gazzetta dello Sport potrebbe tenersi già oggi, lunedì 24 maggio) è sempre più 'vitale' ribadire il 'dovere' che ha Suning nei confronti dell'Internazionale e dei suoi tifosi: trattenere (a tutti i costi) Antonio Conte e la sua armata, la migliore in Europa.

È vero, il periodo economico è quello che è: la pandemia da Coronavirus ha flagellato le economie mondiali e di riflesso tutti gli sport. È vero, ci vorrà del tempo per uscire da questo periodo di 'lacrime e sangue' ma è altrettanto vero che le richieste di Antonio Conte non sono così 'spropositate'. Le ricorda, fra gli altri quotidiani, la Gazzetta dello Sport: “Mantenere l'attuale organico e rinforzarlo il vista della prossima Champions League”. Attenzione. Questo non significa che il tecnico leccese abbia una lista della spesa che preveda giocatori come – facciamo solo degli esempi per capire meglio – Van Dijk in difesa, De Bruyne a centrocampo e Kane in attacco. Chiede, a quanto si apprende dai vari organi di informazione, giocatori funzionali al suo modo di giocare e al suo modo di 'vivere' il calcio. Un esempio? De Paul. Il costo del cartellino è elevato, vero, ma è anche vero che l'Inter, negli anni più bui del Financial Fair Play, è diventata 'maestra' nell'arte di vendere per comprare.  

Saranno ore decisive, dunque. La storia (recente) dell'Inter sta infatti arrivando a un fondamentale spartiacque. Se Conte dovesse restare in sella, se Conte dovesse essere accontentato in (quasi) tutte le sue richieste, l'Internazionale potrebbe aprire un nuovo, duraturo ciclo vincente. L'era di Moratti, degli scudetti di Mancini e della 'Grande Inter' di José Mourinho sono infatti alle spalle. E, si sa, nella vita non si può vivere di soli ricordi. Se Conte non dovesse invece restare, l'Inter subirebbe – giusto essere chiari – già lì un marcato ridimensionamento. I numeri di cui parlavamo all'inizio, infatti, sono soprattutto merito del tecnico leccese. Quindi se dovesse esserci un cambio in panchina, i nerazzurri farebbero due, tre passi indietro. Sarebbe un vero peccato. La seconda stella, per esempio, non è mai stata così vicina


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