La maglia dell’Italia ispirata al rinascimento riporta la gente nel medioevo

di Luca Leoni, pubblicato il: 09/10/2019

Puma ha da poco ufficializzato quella che sarà la terza divisa della nazionale italiana. Si presenterà verde con un pattern ispirato all'architettura e ai tessuti dell'età rinascimentale.

Non è la prima volta che l'Italia indossa questo colore, accadde già nel 1954, quando gli azzurri, o meglio i verdi, sconfissero l'Argentina per due reti a zero. Da quell'anno in poi questa colorazione è stata adottata per tutte le nazionali giovanili, mentre la maggiore continuò ad utilizzare la classica azzurra.

In seguito al lancio del third kit, casacca sulla quale normalmente si può osare molto, i tifosi si sono scatenati sul web, facendo affermazioni assurde del tipo: “I colori dell'Islam”, “Ci stanno portando via la nazionale”, “Non c'è il tricolore” ecc ecc.

Andiamo con ordine: nel 1954 era molto difficile trovare islamici nel nostro paese, nonostante ciò la maglia fu prodotta comunque in colorazione verde. Secondo si tratta semplicemente di una terza maglia volta a smuovere il mercato e a dare un senso d'identità alla propria nazionale, implementando forti cenni storici caratterizzanti. Terzo, il verde è parte della bandiera dell'Italia, e il tricolore compare sul colletto. Non si sono verificate le stesse lamentele quando Puma celebrò con una divisa ad hoc, la vittoria del mondiale 2006 (anche il quel caso il tricolore era ridotto al minimo).

In conclusione Puma ha svolto un lavoro egregio, portando sulla maglia della nazionale tratti caratteristici di uno dei periodi più importanti della storia nostrana. 


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