Inter News: Marotta all’Inter? Tre motivi per dire no, abbiamo già dato

di Mario Spolverini, pubblicato il: 01/10/2018

Inter News: no, Marotta no

(Inter News Marotta) Non sono passate neanche 48 ore dall’annuncio di Marotta fuori dalla Juventus e già si parla di un suo possibile futuro in nerazzurro. Non sappiamo quali siano le fonti di tutti coloro che da ieri stanno rilanciando l’ipotesi ma da quel che è dato capire non pare ci siano elementi concreti.

Ieri tutti sapevano degli screzi tra Marotta e la proprietà bianconera ma nessuno ne scriveva. Oggi tutti sanno che l’ormai ex Ad bianconero potrebbe andare all’Inter ma alle solite, nessuno dice perché, dove, come, quando.
Il solito gioco subdolo delle voci messe ad arte in giro per guadagnare qualche click, qualche lettore o magari anche per continuare la destabilizzazione in casa nerazzurra.

Perchè Marotta all’Inter? E Antonello?

Veniamo al sodo. Perché l’Inter dovrebbe prendere Marotta? Qualcuno ci spieghi un motivo solo, credibile, per cui Steven Zhang, probabile nuovo Presidente, e la dirigenza targata Suning dovrebbe mettersi nelle mani di colui che fino a ieri ha rappresentato il vertice del potere bianconero, con tutto quel che ne consegue.

Perché ha dimostrato di essere capace, il management si sceglie per la competenza e non per il tifo, sostengono i fautori del matrimonio (fior di interisti molti di loro, intendiamoci, gente lucida e anche attenti osservatori delle cose di casa Inter che però sembrano improvvisamente colti da un attacco improvviso di Sindrome di Stoccolma da curare alla svelta).

Prima osservazione: vero, il management può non avere il biscione tatuato sul braccio, non è indispensabile. Non sappiamo se l’Ad Alessandro Antonello abbia i cromosomi nerazzurri dalla nascita e non c’importa neanche di saperlo. Quello che sappiamo è che Antonello ha fatto quello che doveva. Lavorare a testa bassa per rinforzare squadra, società e soprattutto i bilanci. Tra 10 mesi l’Inter sarà fuori dal FFP, con ricavi in crescita continua, con una ritrovata visibilità europea, con un brand di nuovo ricercato e lui ci ha messo del suo . Ha parlato poco, si è visto poco in pubblico? Ha fatto bene, per quello ci sono gli uomini deputati, Sabatini prima, Ausilio ora, Zanetti, Spalletti per ciò che riguarda la parte tecnica. Sarebbe pericoloso un Ad con le tentazioni della star televisiva, molto meglio che parli con i fatti. E i fatti parlano chiaro.

Marotta via, la Juve deve crescere

Seconda osservazione: le voci sulle ragioni della separazione Marotta-Juventus sono diverse. Tutti avevamo notato la sua assenza vicino a CR7 durante la conferenza stampa di presentazione e la presenza del solo Paratici “per l’importanza che ha avuto nel trasferimento di Ronaldo dalla Spagna” disse la presentatrice nell’occasione. Marotta era seduto in prima fila, quasi a segnare il suo distacco fisico da quell’evento. Evidentemente l’acquisto del fuoriclasse aveva già prodotto i primi effetti patologici.

Ma ancora più convincente appare la motivazione emersa durante il Club di Sky Sport di ieri, ospite d’onore lo juventinissimo Walter Weltroni. La tesi emersa dalla discussione è che la Juventus di Agnelli stia preparando le condizioni per l’ulteriore salto di qualità, economico e sportivo, per raggiungere i top club europei che attualmente la sopravanzano. Secondo Veltroni e gli altri ospiti Marotta non sarebbe stato ritenuto il personaggio in grado di garantire questo ulteriore upgrade nell’ottica anche di un rinnovamento del management fisiologico in ogni grande azienda.

Se non va bene per la Juve perchè dovrebbe andar bene all’Inter?

Mettendo insieme queste due prime osservazioni, occorre chiedersi: se Marotta non ha queste caratteristiche per la Juventus, perché dovrebbe averle per l’Inter? Anche Corso Vittorio Emanuele è in rampa di lancio per un salto che la porti “a riveder le stelle”. E non solo quelle sportive, ma soprattutto in termini di dimensioni di fatturato, di penetrazione del brand nei nuovi mercati, di sfruttamento intensivo delle nuove tecnologie comunicative per attrarre e fidelizzare sempre più le masse dei tifosi.

La domanda da farsi dunque non è se l’Inter ha bisogno di Marotta ma se il club ha un management all’altezza di queste sfide. Se la risposta è no, al gruppo Suning non mancano le risorse per andare a prendere il meglio che il mercato offre. Un nome? Ferran Soriano, attualmente CEO di City Football Group (holding degli sceicchi di Abu Dhabi che gestisce il Manchester City) ma soprattutto protagonista dello spettacolare rilancio del Barcellona all’epoca della presidenza Laporta.

Se si deve rinnovare si cerchi il top, Soriano

Un nome che forse molti conoscono poco, ma protagonista vero ed indiscusso della costruzione del fenomeno Barcellona, portandolo in poco tempo dal 13mo al secondo posto per volumi fatturati. E tutto sulla base di un modello gestionale apparentemente semplice, basato sulla visione del club come una multinazionale dell’entertainment con “lo spettacolo come prodotto e la vittoria pulita come unico obbiettivo. Il fine è quello di attuare una gestione imprenditoriale, massimizzando ricavi e contenendo costi e debiti, così da innescare un circolo virtuoso secondo cui i grandi giocatori portano trofei, ciò avvicina più tifosi, fatto che crea maggior valore della società e dunque maggiori profitti (vedasi Calcio e Finanza.it 15.9.2016).

Abbiamo già dato

Terza osservazione: qui lasciamo un attimo da parte le argomentazioni “tecniche” per scendere in quelle più terra terra del tifo. L’Inter è già passata per esperienze analoghe, ricordare Marco Fassone ( anche Marcello Lippi) è sufficiente a far venire i brividi.

Se sbagliare è umano e perseverare è diabolico, allora il discorso Marotta all’Inter si chiude qui. Ammesso che sia mai aperto e che mai si apra, viste anche le parole dell’ex Ad bianconero riportate ieri dal sito della Gazzetta dello Sport: “Il primo giugno? Spero di essere in un club, se poi la Juve fosse in finale di Champions sarei contento perché sarebbe frutto anche, non solo, del mio lavoro come degli altri collaboratori Paratici e Nedved. Se il primo giugno arrivasse lì sarei lì a tifare, da semplice tifoso per la mia squadra”.
Sarebbe li, a tifare Juve, la sua squadra, anche se da semplice tifoso. Capito Steven? Capito amici fautori del matrimonio?
Fonti: Gazzetta.it, Calcio e Finanza.it, Sky Sport


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