Inter – L’uomo della provvidenza…(se non arriva Oriali)

di Mario Spolverini, pubblicato il: 25/04/2017

 

L’Inter guarda al futuro

Che sulla panchina dell’Inter siano accesi i riflettori, specie dopo l’ultima gara di Firenze, è sotto gli occhi di tutti. Al Mister Pioli, che con onestà quasi sconosciuta in questo mondo di squali, aveva offerto le dimissioni, la Società ha confermato la propria fiducia per le ultime cinque di campionato prendendo l’unica decisione saggia che la situazione richiedeva.

Per il futuro, quien sabe?

Una cosa è facilmente prevedibile: chiunque sieda l’anno prossimo sulla panchina nerazzurra troverà una situazione infuocata, con una tifoseria esasperata da sette anni di attesa, una proprieta completamente nuova, i mezzi di informazione pronti a scatenare la massima  potenza di fuoco ad ogni minimo accenno di criticità (ma questa non sarebbe una novità).

Proprio per questo è fondamentale che la Società individui insieme all’allenatore, quella figura che da troppo tempo manca per esercitare il  ruolo delicatissimo di raccordo tra campo e quartier generale,  che  conosca bene caratteristiche tecniche e psicologiche  dei giocatori, le idee dell’allenatore, gli indirizzi della proprietà/dirigenza  e sappia amalgamare questi elementi in modo da rappresentare l’immagine della società sempre e comunque presente sul campo vicino al mister.

E’ un ruolo di grande importanza e difficilissimo da svolgere con efficacia, che richiede  doti non comuni di equilibrio, fermezza, autorevolezza. Vogliamo aggiungere che, date le condizioni di partenza, ci sembra necessario che questa figura venga comunque individuata dalla Società nel “mondo Inter”, ricercando cioè l’identikit giusto all’interno di quella stretta  cerchia di  persone che, per aver indossato la maglia o per averne condiviso momenti di vita più o meno recenti, possano ricoprire quel ruolo con la massima professionalità pregna di interismo.

L’ultimo grande a ricoprire questo ruolo fu Lele Oriali…

…ed i risultati ce li ricordiamo tutti. Oggi si sente parlare con insistenza del suo ritorno in questa veste; se così fosse saremmo i primi ad esserne più che felici, ma Oriali lavora per la Federazione, e, a quanto è dato sapere,  il CT Ventura conta moltissimo sul suo lavoro concreto e prezioso.

Dunque se Oriali dovesse decidere di onorare il suo contratto con la Nazionale, noi abbiamo in mente una persona che, ne siamo certi, sputerebbe sangue per questo impegno, così come ha fatto per anni guidando con genialità e sacrificio il centrocampo nerazzurro. Esteban Cambiasso ha vinto in questi giorni il suo ennesimo titolo, in Grecia. 37 anni,  una lunghissima serie  di successi in nerazzurro non solo da giocatore ma da vero e proprio allenatore in campo, con una intelligenza calcistica sopraffina che gli permetteva di essere là dove arrivava la sfera con una frazione di secondo d’anticipo sugli avversari, con l’autorevolezza sui compagni che discendeva dal talento e dalla enorme serietà professionale,

Nessuno di noi si è dimenticato che nella festa del Bernabeu, il Cuchu fu l’unico ad indossare  una maglia diversa da quella con cui aveva giocato la finale, la numero 3 di Giacinto Facchetti, perché anche il Presidente scomparso, suo grande amico, potesse partecipare a quel momento magico. Non è difficile pensare che Esteban potrebbe rapidamente e positivamente mettere a disposizione di questo nuovo ruolo tutta la sua esperienza internazionale, tutta la sua conoscenza del calcio e dei calciatori, tutta la sua straordinaria intelligenza di uomo e di calciatore. Gente di questa dimensione tecnica ed umana,  non si trova a tutti gli angoli né della Cina né in Italia, Mr. Zhanh e suo figlio Steven lo sappiano bene.

 


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