Fratelli del mondo, non solo Fratelli d’Italia

di Mario Spolverini, pubblicato il: 19/04/2017

Siamo noi, siamo noi…. si cantava qualche anno fa, ebbri dei risultati sportivi.

Siamo noi, possiamo ben dire anche oggi, lo specchio di questa Italia; nessun altro, né la Juve né l’altra squadra di Milano (anche se questi si son dati da fare parecchio negli ultimi tempi) riescono ad essere simili all’Italia della nostra Beneamata.

Negli ultimi 60 anni l’Italia ha avuto 63 governi; negli ultimi 6 anni l’Inter ha avuto 8 allenatori.

L’Italia ha il Monte dei Paschi con i conti in deficit? Scusate, ma noi abbiamo avuto Moratti (e Dio solo sa quanto sanguini il mio cuore nerazzurro a fare questo accostamento).

L’Italia ha la Boschi ? Sorry, noi c’abbiamo Wanda Nara!

In Italia potrebbe arrivare la Trojka a rimettere le cose a posto? Arriva sempre seconda: noi da un anno abbiamo la proprietà cinese (per fortuna)!

Entrambe hanno avuto come guida tante mezze figure e qualche fuoriclasse: due nomi per parte ? De Gasperi e Andreotti , Herrera e Mourinho dovrebbero mettere tutti d’accordo.

Entrambe trovano oggi nell’Europa (FFP UEFA) grandi ostacoli ad una rinascita faticosa.

Ieri il FMI ha detto che l’Italia ha una crescita “notevolmente inferiore alle proprie possibilità”. Non è la stessa cosa che pensiamo quasi tutte le domeniche (anche i sabati di Pasqua, per non farci mancare nulla)?

Ironia a parte, l’Italia non ci basta, non può più bastarci!

La sera del 9 marzo 1908 i fondatori del Club scrissero “si chiamerà Internazionale perché noi siamo fratelli del mondo…”.

Anche per questo l’Italia deve starci stretta, anche per questo il nostro ambiente naturale deve tornare ad essere l’Europa, quella che conta, quella “degli orecchioni” come dice un caro amico pensando con struggimento alle imponenti maniglie della Champions , e poi il mondo intero.

E dunque siamo felici che una potenza come Suning sia diventata proprietaria del Club, con grandi investimenti fin da subito e grande capacità decisionale per riallineare la filiera di comando alle esigenze di una società che ambisce a tornare tra i 10 top club mondiali (facciamo tra i primi 5 Zhang?).

Al di là del calcio mercato, ormai aperto 365 giorni l’anno, agli interisti preme anche e soprattutto che la Società prosegua il suo cammino di rafforzamento economico e gestionale, che prenda (rapidamente) le decisioni che riterrà più opportune sullo stadio, che continui nell’opera di consolidamento finanziario con l’arrivo di altre pregiose partnership, che scelga il management all’altezza delle aspirazioni.

Dulcis in fundo, i tifosi aspettano ovviamente grandi nomi dal prossimo mercato estivo; una sola raccomandazione mi permetto di fare a Piero Ausilio o chi gestirà le operazioni: oltre all’aspetto tecnico i tifosi si aspettano che sia dato il giusto peso ad un fattore troppo spesso assente negli acquisti degli ultimi anni: la personalità , intesa come leadership , autorevolezza in campo e fuori, insomma i”marroni”.

Di buoni giocatori che son bagnati le mutandine alle prime avversità, San Siro ne ha già visti passare fin troppi.

Solo così potremo tornare rapidamemte laddove ci compete, laddove abbiamo scritto la storia, laddove la storia ci attende.

di Mario Spolverini


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