(Calcio e Finanza): Dilemma Inter, Europa League o tournee estiva?

di Mario Spolverini, pubblicato il: 03/05/2017

Un studio di Calcio e Finanza propone una dettagliata ed interessantissima analisi comparativa tra le somme ritraibili dalla qualificazione in Europa League (partendo dai preliminari) e quelle che Inter e Milan percepirebbero dalla tournee estiva già prevista, ed esamina in conclusione anche le problematiche di natura sportiva che tale alternativa propone.

Indice dei contenuti

1 Ricavi Europa League tournee estiva, i premi2 Ricavi Europa League, il market pool2.1 Ricavi Europa League, il botteghino2.2 Ricavi dalla tournee estiva2.3 Ricavi Europa League tournee estiva, l’impatto sui risultati2.4 E infine un’ultima osservazioneRicavi Europa League tournee estiva, i premi

L’analisi parte dall’esame delle risorse economiche, che sono il fattore probabilmente più importante. Ad oggi l’Europa League premia ciascuna partecipante alla fase a gironi con 2,6 milioni di euro, in aggiunta ai quali le squadre possono incassare 360mila euro a vittoria e 120mila euro a pareggio. Il passaggio del turno come seconda del girone vale altri 300mila euro, come prima invece vale 600mila euro: accedendo ai sedicesimi si ricevono altri 500mila euro, agli ottavi 750mila euro, ai quarti 1 milione, in semifinale 1,6 milioni, mentre la finalista perdente incassa 3,5 milioni e chi alza la coppa 6,5 milioni. Complessivamente, quindi, chi arriva fino in fondo può ricevere al massimo 15,71 milioni di euro, senza contare la quota per il market pool.

Ricavi Europa League, il market pool

In particolare, per quanto riguarda il market pool, ipotizzando che la vincitrice della Coppa Italia non si qualifichi all’Europa League (ovverosia che la Lazio non alzi il trofeo), la prima parte verrebbe distribuita in parti uguali tra le tre partecipanti, considerando ovviamente che chi parte dal preliminare riesca a superare i due turni di qualificazione.
In questo caso, ciascuna delle 3 italiane riceverebbe 3,7 milioni circa dal market pool, con ulteriori 1,5 milioni se le tre squadre inoltre uscissero allo stesso punto della competizione. In totale, quindi, dal solo market pool riceverebbero circa 5,2 milioni di euro.
Se consideriamo invece la possibilità della presenza in Europa League della squadra italiana eliminata ai preliminari di Champions, la cifra scenderebbe a circa 4,1 milioni di euro ciascuno. Con il solo bonus per la qualificazione ai gironi, quindi (non conteggiando cioè i bonus per i risultati), le squadre qualificate in Europa League secondo lo studio di Calcio e Finanza potrebbero dunque incassare tra 6,5 e 7,8 milioni di euro.

Ricavi Europa League, il botteghino

Alla voce ricavi da Europa League, l’analisi di Calcio e Finanza propone un ulteriore voce, ovverosia lo stadio e i ricavi del botteghino. Ipotizzando la partenza dai preliminari, infatti, vanno considerate ben 5 partite casalinghe: per ipotizzare una cifra, la Roma in questa stagione nelle 3 gare della fase a gironi ha incassato 5,8 milioni dai biglietti, con una media di 14.500 spettatori circa a partita. Provando a riassumere, una partecipazione all’Europa League può valere circa 11/12 milioni di euro solo dal bonus qualificazione, market pool e biglietteria, a cui vanno aggiunti gli eventuali premi legati ai risultati.
Nella scorsa stagione, ad esempio, la Lazio ha incassato (solo dall’Uefa) 15 milioni di euro, mentre Napoli e Fiorentina ne hanno ricevuti rispettivamente 12,5 e 11,1 milioni.

Ricavi dalla tournee estiva

Lo studio passa poi ad esaminare quanto vale l’alternativa alla manifestazione europea, cioè la tournée estiva. Secondo Calcio e Finanza dati certi non ce ne sono, ed è stato dunque provato ad estrapolarli dai bilanci. Le indiscrezioni, ad esempio, parlavano di circa 2,5 milioni di euro incassati da Inter, Milan e Juventus per l’ultima edizione dell’International Champions Cup nell’estate 2016. Dai bilanci, le cifre sono simili. Nel bilancio al 30 giugno 2016 l’Inter ha avuto ricavi per 4,2 dalle gare amichevoli, mentre la Juventus nella semestrale al 31 dicembre 2016 ha indicato 6,1 milioni come ricavi da partite e tornei amichevoli. Meno aggiornate le cifre del Milan: in attesa degli ultimi dati, tutte le amichevoli disputate dai rossoneri nel 2015 hanno portato in cassa poco più di 5 milioni di euro, come si legge nel bilancio al 31 dicembre 2015. Difficile, quindi, ci si avvicini ai 10 milioni di euro: dal punto di vista economico, l’ago della bilancia pende nettamente verso l’Europa League.

Ricavi Europa League tournee estiva, l’impatto sui risultati

La seconda parte dello studio analizza il lato sportivo, evidenziando che nelle ultime 6 stagioni (dal 2011/12 fino a quella attuale), l’impatto della partecipazione all’Europa League è stato raramente positivo sulla classifica in campionato. Prendendo i risultati delle 23 squadre italiane che hanno partecipato all’ex Coppa Uefa, in 18 casi (78%) hanno peggiorato la propria media punti in Serie A e solo 4 volte l’hanno migliorata, mentre in una sola occasione sono stati ottenuti lo stesso numero di punti. Non considerando la stagione attuale, la media è di circa 4 punti persi in media da un campionato all’altro: 63 punti di media l’anno in cui la squadra si qualifica all’Europa League e 59 di media l’anno in cui viene disputata. Discorso simile si può fare per quanto riguarda la posizione in classifica: su 23 occasioni, ben 16 volte la posizione è peggiorata, mentre 4 volte è migliorata e 3 volte è rimasta la stessa. In sostanza, oltre il 70% delle volte le squadre che partecipano all’Europa League peggiorano sia per numero di punti che per posizione in classifica.

A tutto questo si aggiunge il fatto che tutte e 6 le squadre che sono partite dai preliminari sono peggiorate in entrambe le voci statistiche, anche senza centrare la qualificazione alla fase a gironi di Europa League (3 volte su 6).
Lo studio di Calcio e Finanza si conclude, ovviamente, senza suggerimenti alle società ma evidenziando che da una parte c’è la possibilità di portare a casa una cifra importante dai ricavi dell’Europa League, dall’altra il rischio di “rovinare” la stagione successiva proprio per garantirsi quei ricavi. Un dilemma che anche nella Milano rossonera e nerazzurra, probabilmente, staranno tenendo in considerazione.

Sull’argomento si è espresso nei giorni scorsi anche Mario Sconcerti che ha commentato così a Rai Sport la situazione: “Si dice che Inter, Milan e Fiorentina non vogliano andare in Europa per avere una stagione tranquilla, e che perdano punti appositamente. Non credeteci: il calcio non è questo. Il calcio, semmai, dice che quando sei tra sesto e ottavo posto non hai abbastanza qualità nella tua rosa per poterti permettere di scegliere .Vi pare che Pioli sia andato a Firenze per regalare il sesto posto alla Fiorentina? Pensarlo significa non conoscere il calcio”.

Siamo convinti che Sconcerti abbia ragione e che, almeno vogliamo sperarlo, le partite di questo fine campionato siano interpretate dalle tre squadre che ancora possono aspirare all’ultimo treno per l’Europa nella maniera più corretta e sportiva possibile.
Se così non fosse dovremmo rassegnarci ad un calcio dominato da logiche che niente hanno a che vedere con lo sport ed allora sarebbe inutile perseguire politiche di attrazione del pubblico e delle famiglie agli stadi, insegnare ai ragazzini delle scuole calcio il rispetto di sé stessi, dei compagni di squadra e degli avversari, costruire a parole castelli di eticità destinati a franare di fronte al primo tornaconto.

E infine un’ultima osservazione

Al di là del fatto che l’Europa League è un torneo di per sé lungo e stressante, sarebbe auspicabile che le squadre italiane partecipassero alla manifestazione con il giusto impegno e senza evidenti atteggiamenti di sottovalutazione delle partite del giovedì, vissute spesso dalle società come un fastidioso ed inutile intermezzo tra due partite di campionato nel quale schierare le seconde e terze linee.
La coesione e la mentalità vincente di un gruppo la si costruisce anche lottando su lontani e non proprio accoglienti stadi dell’est europeo, palcoscenici minori rispetto alle grandi piazze della nobiltà calcistica, ma che concorrono comunque ad assicurare un posto in Champions alla squadra vincitrice.


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