Focus serie A | L’Inter vince. Il Napoli vola ma la Juve resta li. I 10 punti di giornata

di Marco Ciogli, pubblicato il: 12/02/2018

Indice dei contenuti

1 Analisi della serie A2  Napoli e Milan3 Inter, Coppe e Moggi4 Inter Bis, Dzeko5 Quagliarella, Di FrancescoAnalisi della serie A

Focus serie A | Bentornati all’unica rubrica che và controtendenza e dice che Meta e Moro qualcosa ci hanno fatto, tipo romperci le scatole. Giornata pimpante questa di serie A. L’Inter torna alla vittoria, Sarri non fà prigionieri e a Firenze dopo la partita con la Juve c’è la rabbia giusta per un nuovo rinascimento.

 Napoli e Milan

1 – Il vento della rivoluzione si è trasformato in uragano e ha travolto la Lazio, che sembra esseresi smarrita. Il quarto gol di Mertens è da consegnare all’Unesco del gioco per come è nato, come si è sviluppato e come è stato licenziato al mondo dal piccolo fenomeno belga. “Sarrismo e libertà” ancora per poco, purtroppo. Come questa rubrica vi ha sempre detto, la rivoluzione sarà soppressa nel sangue: la Juventus vista a Firenze non farà prigionieri lungo il suo percorso, ma solo vittime. A cominciare dal Tottenham che davanti avrà pur Harry Kane ma in difesa vale una Sampdoria.

2 – Il Diavolo, come questa rubrica vi aveva preannunciato dopo l’arrivo di Gattuso (se solo non la leggessero quattro gatti e due galline sarebbe già stata ribattezzata Nostradamus 2.0 e avrebbe vinto il Pulitzer) sta rimontando la zona Champions League. Cutrone poi ricorda Totò Schillaci: ovunque rimbalza il pallone, lui arriva e la butta dentro. Lo fa di testa, sinistro, destra, coscia, femore, stinco e pure ulna e radio (sarebbe irregolare ma faceva figo scrivere ulna e radio). Prendendo in prestito l’urlo del principe Giannini proprio a Schillaci dopo il gol all’Argentina: “A Patrick, ma che culo c’hai?”.

Inter, Coppe e Moggi

3 – Ieri l’Inter ha vinto con un gol di Yann Karamoh. Oggi siamo tutti Giovanni Gallo. Il nostro Direttore era l’unico che credeva nel talento francese anche quando l’intera famiglia del talento francese (probabilmente) aveva smesso di credere in Yann. Se avesse segnato anche il secondo gol, su assist di Rafinha, il nostro Giovanni si sarebbe catapultato dal suo posto in tribuna stampa al secondo rosso direttamente in campo urlando: Sposami! Sposami! Evviva il Direttore! Evviva! Che bel Direttore!

4 – Ritornano le Coppe Europee. Avete qualche film da suggerirci per trascorrere le serate di martedì, mercoledì e giovedì in modo tale da non farci venire il mal di stomaco?

5 – Luciano Moggi ha parlato di “Calcio marcio in televisione”. Farebbe ridere, se non ci fosse da piangere. Siamo un Paese che merita la catastrofe. Anzi. La sta già vivendo. Buona apocalisse a tutti noi.

Inter Bis, Dzeko

6 – L’Inter torna a vincere e questa è la cosa più importante. Poi però andiamo a spaccare il capello e una riflessione viene d’obbligo. L’Inter soffre di un incampacità congenita nel saper gestire il pallone. Contro il Bologna, 11 contro 9, quando c’era da gestire e basta la squadra di Spalletti è andata in difficoltà, rischiando la beffa del pareggio. Rafinha è il solo che al momento sembra saper trattare la palla. Il calo fisico degli esterni ed in generale della squadra non ha più permesso all’Inter di fare quello che sà fare meglio: correre. L’Inter correva sulle fasce ed in quel modo sopperiva (parzialmente) alla scarsa abilità di gestire la palla. una correlazione causa – effetto tra il non saper gestire la palla ed il calo fisico per spiegare i due mesi senza vittorie non è da escludere.

7 – In un periodo in cui sul 5-0 alcuni giocatori si rifiutano di far battere un rigore ad un compagno che con quel gol licenzierebbe il record di reti per la maglia, trovare un giocatore che si comporta come ha fatto ieri Dkezo emoziona. Edin non viene da un momento facile, tra il mercato di gennaio abbasta complesso e la sterilità in fare realizzativa. Ieri poteva portare a casa una doppietta battendo il rigore ma, Defrel, gentilmente ha chiesto se poteva prendere la palla. Dzeko con una carezza gli ha lasciato il rigore perchè 1 gol per un giocatore che è bersaglio della critica e che è totalmente in sfiducia può essere tutto. Bravo Edin, queste sono cose che fanno bene al cuore, perchè il calcio è di chi lo ama.

Quagliarella, Di Francesco

8 – Fabio Quagliarella. ma di cosa parliamo? 35 anni appena compiuti. Ieri ha messo a segno il 17esimo gol in questo campionato. Talento puro, inafferabile nel tempo. Tanti lo davano per finito e lui, anche grazie al gioco di Giampaolo che, diciamolo, è una cosa meravigliosa, sta mettendo giù una delle stagioni migliori di sempre. Aveva ragione quell’ottuagenaria (che non è un insulto) di Ornella Vanoni: C’è voluto tanto tempo per diventare giovani. Fabio l’immortale.

9 – La Roma fà 6 punti in due partite, conquista il 4 posto, torna al gol Dzeko e Di Francesco che fà? parla di altre squadre. E’ vero che ad alcune squadre basta un tiro per vincere la partita ed essere in altro, ma Franz, forse la colpa non è del fato, magari c’è una cattiveria agonistica in più. La Roma prima dei 5 gol di ieri era una delle squadre peggiori in rapporto occasioni create/ gol fatti. Come nel mago di Oz Franz, prima o poi capirai che la risposta alla tua domanda era già dentro di te.

10 – La situazione in basso è cosa strana. Cagliari e Sassuolo fanno uno 0-0 noioso, il Chievo è in caduta libera, in tutto ciò c’è Zenga che si è messo in testa di diventare santo e far salvare il Crotone ancora una volta. il pareggio contro l’Atalanta è un gran risultato che tira fuori almeno per il momento il Crotone dalla lotta retrocessione. 4 punti in più rispetto alla Spal e una squadra che in questo momento sembra essere capace di grandi imprese. Il ragazzo di viale Ungheria ce la farà in questa impresa? come cantava tale Battisti Lucio: lo scopriremo solo vivendo.

Matteo Gardedlli e Marco Ciogli


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