Ampio spazio quest'oggi, nell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ad un approfondimento sulla stagione e sulle capacità del n. 23NicolòBarella diventato un perno della rosa allenata da mister Conte. Un ragazzo semplice e umile, ma con una grinta da far invidia anche a giocatori molto più navigati: "La 'Barellogia' non è una scienza esatta. È imperfetta per definizione, discutibile come ogni umano giudizio. La ricerca delle somiglianze tra NicolòBarella e i grandi centrocampisti del passato sta, però, diventando un’attività alla moda".
In molti stanno cercando di paragonare il giovane centrocampista azzurro ai grandi del passato, ma non vi è un profilo esatto in quanto Barella presenta molteplici caratteristiche che si possono ritrovare in più profili: "Tutti vanno in archivio a caccia delle origini nobili di Nicolò, tutti in laboratorio a esplorare i misteri della genetica". C'è chi parla di Berti, Lampard, Rui Costa, Dunga e tanti altri, ma la realtà è una come sentenzia il quotidiano.
Per la rosea è infatti impossibile che ci sia una copia esatta: "Impossibile trovare una copia in cartacarbone: quei 172 centimetri di Nicolò hanno pochi uguali e anche le caratteristiche tecniche sfumano di giocatore in giocatore". Ed aggiunge: "Un giorno l’Inter probabilmente gli darà la fascia - come dichiarato anche da Berti in un'intervista -, intanto ha ampiamente recuperato i 45 milioni spesi nel 2019. Anzi oggi, Covid permettendo, ne vale almeno 70. Sarà pure imprecisa, ma questa è una scienza costosa".
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