Marotta, calcio a rischio default. Le parole del dirigente nerazzurro

di Diego De Cicco, pubblicato il: 26/01/2022

Marotta fa il punto della situazione economica della Serie A.

L’amministratore delegato dell’Inter ha rilasciato un’intervista al “Sole 24 Ore” analizzando lo stato di salute della Serie A. Per Beppe Marotta, vero deus machina dell’Inter, la situazione è davvero preoccupante parlando addirittura di rischio default per l’intero sistema calcistico italiano. Il dirigente nerazzurro ha sottolineato come il sistema fosse già pesantemente squilibrato prima del covid, ma si è praticamente sfaldato con la pandemia mondiale. In pratica i progetti fatti per un risanamento del mondo del calcio sono stati completamente stravolti dal coronavirus e le sue conseguenze economiche e sociali.

Marotta ha rivolto detto la sua anche nei confronti del Governo e delle istituzioni che, a suo dire, hanno finora ignorato la situazione del mondo del calcio. Il calcio in Italia è un’industria che muove miliardi di euro e genera migliaia di posti lavoro ma, sempre secondo Marotta, in questi due anni non ha avuto alcun aiuto da parte dello Stato. Il dirigente della Benamata non si è lasciato sfuggire anche il suo disappunto per quanto riguarda il discorso della capienza degli stati che ha visto le ultime due giornate di campionato accessibili solamente a 5000 persone per partita. Numero totalmente arbitrario in quanto si sono visti 5000 spettatori sia in stadi da 75000 posti sia in strutture che possono ospitarne al massimo 15000. L’AD nerazzurro ha ribadito, infatti, che pur essendo la salute dei tifosi al di sopra di tutto, tutti gli stadi italiani sono assolutamente sicuri nel poter ospitare almeno il 50% delle rispettive capienze (qui aggiornamenti sulla capienza nel derby). Inoltre, gli accessi sono consentiti esclusivamente a chi ha il super green pass e indossa mascherine ffp2, come per quanto riguarda teatri e cinema.

La diminuzione forzata di spettatori di queste settimane per Marotta è stato un ulteriore dimostrazione di serietà da parte dei club, che ci hanno rimesso ulteriori introiti, rispetto ai dettami del governo dal quale si sarebbe aspettato maggior considerazione nelle stesure della legge di bilancio e in quella del decreto ristori.


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