Inter-Real: quando San Siro si inchinò al più forte italiano di sempre

di Riccardo Cisilino, pubblicato il: 13/09/2021

25 novembre 1998. Un giorno come tanti altri? No, una serata da incorniciare.

Solitamente, i giorni memorabili, riguardano date storiche, eventi globali, accadimenti impensabili, vicende belliche. Quella sera accade proprio una di queste cose: ci fu un evento inimmaginabile. Il tutto venne scritto su un campo da calcio. Proprio lui: il manto erboso che da secoli ormai regala gioie e dolori e che decide – alla stregua di un sommo giudice – le sorti delle tifoserie.

Era la notte del ritorno tra Inter e Real Madrid. I nerazzurri cercavano una vittoria – non bisognava compromettere il girone di Champions League -, mentre il Real – forti anche degli altri risultati – viaggiava sulle ali dell'entusiasmo. Le Merengues, d'altronde, erano campioni d'Europa in carica e presentavano un formazione di tutto rispetto. Da Roberto Carlos ad Hierro, passando per Redondo, Seedorf e Guti. Una squadra stellare – quella con la camiseta blanca – che però, quella sera, dovette inginocchiarsi. Dinanzi a chi? A Roberto Baggio, il Divin Codino.

Quella notte, fu la sua notte. Una notte impressa negli annali del calcio. Una serata perfetta, spettacolare, elettrizzante, sontuosa, sublime, preziosa… Si potrebbe continuare all'infinito, senza sosta, in quanto quello che fece Roberto Baggio – subentrato al 68' della ripresa – fu unbelievable (incredibile). Numero 10 sulle spalle, subentra al posto di Bum Bum Zamorano – autore del primo vantaggio nerazzurro, fino al pareggio di Seedorf – e va a fare coppia, in attacco, con il Fenomeno Ronaldo. Il resto è storia.

Uno-due interrotto con Simeone, palla che torna sui piedi del 10 che con un guizzo carica il destro e scaraventa la palla alle spalle di Illgner che la tocca, ma non può nulla. È l'85esimo. Il Meazza, come in una standing ovation alla Scala, esplode con una gioia irrefrenabile ed incontenibile. Ma non è finita qui. Il Divin Codino ha in serbo ancora una magia. Passano alcuni minuti. Il cronometro segna 92'. Il match sta per finire.

Baggio riceve un pallone filtrante dalla mediana, lo addomestica con il mancino e si dirige verso la porta. Pochi passi – brevi e rapidi – ed eccolo nuovamente faccia a faccia con Illgner. Finta di destro, a sbilanciare l'estremo difensore, incrocio sul sinistro e palla depositata dolcemente in rete. Come una formalità, come fosse la quotidianità.

L'arbitro fischia la fine. Triplice fischio. Vittoria. Sipario.

La notte in cui il Divin Codino stese il Real Madrid.


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