Inter, Lukaku senza freni contro il delfino di Mourinho

di Mario Spolverini, pubblicato il: 21/05/2020

Romelo Lukaku è abituato a prendersi le sue responsabilità fin da giovanissimo. Pane al pane, vino al vino, senza mai nascondersi dietro banalità o non ricordo, questo il lato bellissimo del carattere del bomber nerazzurro.

La conferma arriva da una intervista rilasciata da Lukaku oggi al sito belga Het Laatste Nieuws, nel quale ha ricostruito il suo rapporto burrascoso con Vilas Boas durante gli anni del Chelsea. Nel 2012, qualdo Romelu era ancora 18enne, il tecnico portoghese lo escluse dalla Lista della Champions, subito prima di essere esonerato e sostituito da Roberto Di Matteo che condusse i Blues alla vittoria nella massima  competizione europea nella finale di Monaco di Baviera contro i padroni di casa del Bayern..

Di Matteo mi ha detto che sarei rimasto con il gruppo fino a dopo la finale ma non ho toccato il trofeo con un dito. Perché non ho vinto questo trofeo. Ragiono così da quando avevo undici anni: se non ho contribuito, non è il mio trofeo”. E nello specifico, su Villas-Boas: “In allenamento mi è capitato di avere la casacca di chi gioca con entrambe le squadre. Una volta facevo il terzino a sinistra, poi a destra. Così non cresci. Ho detto al club cosa pensavo. So che era sotto pressione ma non doveva trattarmi in quel modo. Con Di Matteo è stato completamente diverso, mi ha coinvolto immediatamente. Sarebbe dovuto arrivare molto prima. Non ho mai perdonato Villas-Boas“.


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