Inter, il 19esimo scudetto: i 5 gol che non dimenticheremo

di Candido Baldini, pubblicato il: 05/05/2021

Inter, il largo anticipo con cui i nerazzurri hanno conquistato lo scudetto questa stagione (con 4 gare di anticipo) lasciano modo e tempo alla possibilità di gustare appieno il risultato e di crogiolarsi nel rivivere i momenti più belli. Momenti di sofferenza ce ne sono stati, attimi in cui si pensava che raggiungere i cugini non fosse così semplice, o partite in cui il fantasma di una riapertura di un discorso che si sperava fosse già chiuso si affacciavano minacciosi. E in tutti questi momenti sono arrivati gol scaccia-paure, gol insperati, gol dal giocatore che non ti aspetti. Gol che semplicemente, nel ricordare questo scudetto, non dimenticheremo mai. Al fianco di questi ci sono poi semplicemente i gol che hanno fatto brillare gli occhi per la loro bellezza. ma quali sono queste marcature che rimarranno impresse nella mente?.

Chi scorderà mai il lancio di Bastoni per Barella, che va a chiudere con un destro sotto l'incrocio lo scontro tanto atteso con la Juventus? Una rete importantissima per il suo significato. Quello precedente di Vidal che aveva portato l'Inter avanti sui rivali di sempre imponeva di restare con i piedi per terra. perché era troppo facile che la follia nerazzurra (che tante volte ha salvato e altre ha fatto piangere) portasse ad un ribaltamento di un risultato che sembrava semplicemente troppo bello per essere vero. L'urlo liberatorio dopo il tiro chirurgico dell'ex Cagliari invece ha fatto vedere le cose lucidamente. L'Inter aveva dominato, la rimota della Juventus non era mai stata possibile. E allora caccia aperta al Milan.

E allora è inutile prendersi il primo posto con la Lazio se poi sette giorni dopo con il Milan ci dovesse essere un nuovo avvicendamento. Ma anche qui tre gol di scarto sono troppi per pensare che  ci possa essere una vera lotta tra le milanesi. E se ci sono tre gol di scarto è merito del gol di Lukaku. L'ennesima cavalcata che travolge la difesa (come accaduto 7 giorni prima nel match sorpasso con la Lazio). Un gol che oltre per l'estetica è risultato decisivo per aver affossato un mai domo Milan, che ha provato a riprenderla fino alla fine. Rete che tra i tanti significati ha anche quello di aver messo un punto alla diatriba Lukaku-Ibra, con il primo che nell'esultanza ha ribadito chi era il vincitore: “IO…SONO IL MIGLIORE”, urlato mentre guardava l'avversario sconfitto.

Non brillerà per bellezza estetica ma quanto è stato importante il gol di Skriniar contro l'Atalanta. Ci si aspettava una partita complicata contro un avversario che tanto ci ha fatto penare negli anni, con una rivalità inasprita dall'arrivo sulla panchina bergamasca del vendicativo Gasperini. E così è stata. Gli altri nerazzurri sono stati ostici, a tratti dominanti. Ma alla fine è servito un gol che racconta tutta la stagione. Tiro in mischia che finisce in rete nel silenzio. Tutti si aspettavano che venisse annullato, nessuno aveva il coraggio di esultare. Perché era troppa folta la mischia, perché sarebbe stato troppo bello per essere vero. Fiato sospeso per qualche secondo. ma poi via libera alla gioia. perché siamo a più nove, e le gare più difficili sembrano essere archiviate. Non ci può fermare più nessuno. E così è stato. 

Se si cerca la bellezza abbinata alla decisività del gol bisogna però andare a ripescare la rete di Lautaro Martinez contro il Torino. gara bloccata sull'1 a 1, 4 minuti ala fine. Incubo di un rientro del Milan nella corsa ad un passo. Ma invece ecco il cross pennellato di Sanchez per un colpo di testa dell'attaccante argentino che sfida le leggi della fisica. Gol impossibile e di rara bellezza da attaccante vero, da giocatore che non accetta di non vincere, e tre punti pesanti come macigni.

Non è un gol ma sono due, ma troppo simili sotto tanti aspetti per separarli. Perché se le porte sono stregate contro Cagliari e Verona e lo 0 a 0 non sembra destinato a cambiare serve quel giocatore che nessuno voleva per portare a casa 3 punti. Insomma, serve Darmian. L'uomo che non ti aspetti risolve due pratiche dure, in salita, che qualche preoccupazione in vista del risultato finale la fa sorgere. Due gol simili, in partite simile, con dinamiche simili e tempistiche simili. E anche l'esito è identico. 

Nel mezzo di questi match quello con il Napoli. Un 1 a 1 che va stretto ma che aggiunge un tassello ad un mosaico che da li a poco prenderà forma completa. E se il risultato finale non vede una sconfitta di Conte e i suoi lo si deve ad una prodezza di Eriksen, che fa vedere finalmente le sue capacità balistiche. Gol che va celebrato per la bellezza in sé, ma anche per il significato che ha per il giocatore. Parabola ascendete che lo porta ad essere da brutto anatroccolo con la valigia in mano a cigno decisivo per la corsa scudetto (chiusa proprio grazie ad un altro suo gol contro il Crotone). parabola iniziata nella gara di Coppa Italia, dove ha disegnato una pennellata incredibile su punizione. Gol che non può essere considerato tra i più belli per lo scudetto. Ma il modo di celebrarlo lo abbiamo trovato lo stesso. 


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