Inter è ora di cambiare: le opzioni sul tavolo di Conte

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 27/11/2020

Come abbiamo ben visto dalla prestazioni di questo inizio di stagione, l’Inter è completa confusione, schiava di dettami tattici che non riesce più a riconoscere e a fare suoi. La differenza incredibile rispetto alla passata stagione è che l’anno scorso i calciatori sapevano tutti cosa fare in campo e riuscivano perfettamente a rientrare in un certo concetto di gioco. Quest’anno questa cosa non è avvenuta. La domanda è: perché?

La spiegazione è difficile e sicuramente non possiamo essere noi a darla. Le analisi di campo spettano a chi è più competente. Di sicuro l’Inter, quest’anno, è disposta in campo in modo differente e quello che appare agli occhi di noi, semplici fruitori di partite, è che l’Inter non ha i calciatori adatti per fare quello che chiede Antonio Conte nel suo, oramai consueto e, a quanto pare, prevedibile, 3-4-1-2. I tre del pacchetto arretrato sembrano non avere nelle corde di coprire molto campo libero alle spalle (un po’ come fanno i difensori dell’Atalanta), così come quasi tutti i centrocampisti, non sono adatti a correre all’indietro. Così si creano tutta quella serie di voragini che hanno portato i nerazzurri a subire una caterva di gol incredibili da chiunque. Ciò che ha sempre contraddistinto le squadre di Conte è l’organizzazione in campo. Questo manca in questa stagione. Allora, perché non tentare qualcosa di differente che possa dare più equilibrio?

Magari una difesa a quattro, che già in passato ha dato delle garanzie con Luciano Spalletti. O magari, a proposito di Spalletti, un difesa a tre e mezzo, facendo fare ad Hakimi lo spesso che il tecnico di Certaldo fece fare a Cancelo, cosa che potrebbe sfruttare meglio le sue caratteristiche di inserimento e di corsa. Magari anche un centrocampo a tre, con Vidal, Brozovic e Barella a non dover andare nella posizione di trequartista che quest’anno non ha dato grandi gioie, ma restando in ruoli che conoscono ed interpretano meglio. Magari non abbandonare il ruolo di trequartista, ma affidarlo a chi, quel ruolo, lo ha nelle corde come Eriksen, senza la necessità di snaturarlo a rincorrere gli avversari, ma affidando questo compito ai centrocampisti. Con il danese, potrebbero trovare giovamento anche le mezze ali in termini di gol (cosa che manca all’Inter), Hakimi in termini di valorizzazione della corsa, e, ovviamente, delle due punte che potrebbero fruire non solo dei cross esterni, ma anche degli assist centrali.

Insomma, i calciatori per fare qualcosa di differente ci sono, le caratteristiche pure. Quella sopra citata è solo un’ipotesi personali, magari ci sono altre soluzioni. La vera questione è: Antonio Conte proverà altre soluzioni? E questa è una domanda di cui, forse, si conosce già la risposta.


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