Inter Ausilio lo creò, lui lo ringraziò con il tradimento peggiore

di Mario Spolverini, pubblicato il: 02/04/2020

L’ambizione delle persone muove il mondo, lo fa crescere. Ma può essere anche la causa di cadute rovinose, soprattutto se viene inseguita a prescindere da tutto e da tutti, violando antichi rapporti di amicizia e di stima sul lavoro. E’ quanto successo a Massimiliano Mirabelli, che all’Inter svolgeva un apprezzato lavoro di scouting, coordinando l’opera di tutti gli osservatori nerazzurri a giro per il mondo con ottimi risultati.

Fino a quando, a cavallo tra 2016 e 2017,  non arrivarono le sirene milaniste, con le voci di Fassone e Mr.Li, l’investitore cinese che rilevò la società rossonera da Silvio Berlusconi. In quel momento Mirabelli cedette alle lusinghe del suo orgoglio e cadde nella  storia incredibile della presidenza cinese del Milan. Mal voluto non è mai troppo, passarono poco più di 12 mesi e la galoppata rossonera di Mirabelli finì, travolta dall’epilogo turbolento della presidenza di Mr.Li. Non prima però di aver condotto una campagna acquisti faraonica da oltre 200 milioni di euro per portare  a casa  Andrè Silva, Ricardo Rodriguez, Musacchio, Kalinic, Borini, Biglia, gente che ha lasciato tracce importanti più nel bilancio che nella storia del Milan. E senza dimenticare Bonucci, che vista la mala parata non esitò a rifare i bagagli e a tornare alla casamadre bianconera solo un anno dopo.

Oggi Mirabelli ha parlato in una lunga intervista a TMW. Il passaggio sui suoi rapporti con l’Inter e con Piero Ausilio somigliano molto ad un mea culpa, tardivo quanto inutile. L’ex capo scouting nerazzurro ha ricordato che l’Inter aveva rappresentato per lui  l’occasione per emergere nel calcio che conta dopo la trafila nelle serie minori. La porta di questa grande possibilità gli fu aperta proprio dall’attuale DS nerazzurro .Il Milan rappresentò la possibilità di assumere un ruolo manageriale rischioso ma importantissimo “Ausilio non ha preso bene il mio passaggio al Milan? È una cosa che ancora adesso mi provoca dispiacere. Piero è una persona cui ho voluto e voglio un gran bene. A lui devo molto, un uomo con valori che condivido, un professionista serio.” Mirabelli ha poi aggiunto che dall’epoca della rottura non c’è mai stato un chiarimento completo con Ausilio, solo qualche parola di circostanza in occasione dei derby.


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