(ID) Cucchi durissimo sul Mondiale: ‘Per quegli stadi morte 6.500 persone’

di Matteo Gardelli, pubblicato il: 10/06/2021

Nella terza parte del suo intervento in esclusiva a La Voce Nerazzurra, Riccardo Cucchi ha toccato temi 'delicati': il razzismo, la SuperLega e i mondiali in Qatar. Su quest'ultimi, la storica voce del calcio italiano è stata durissima.

Il razzismo

“A me viene spesso in mente una riflessioni di Eduardo Galeano, quando parla della sua evoluzione di tifoso 'ad un certo punto mi sono trasformato in un mendicante. Entravo in uno stadio e mendicavo bellezza. Chiedevo la bellezza del calcio, non mi interessava se fosse un calciatore della mia squadra o un avversario, ringraziavo Dio Solo per il calcio'. Mi auguro che la riapretura degli stadi non coincida con il ritorno di usanze barbare. Mi auguro che si riesca a capire che le squadre che giocano contro di noi non sono nemici ma avversari e non è certo il colore della pelle ciò che conta, ciò che conta è la bellezza del calcio.”

La super lega e l'essenza del calcio

“Io sono stato assolutamente contrario al principio della superlega, credo che esista ancora un legame tra lo sport puro ed il calcio visto come bussines. Le società sono diventate aziende, con fatturati e profitti ma esiste ancora una meritocrazia che vive all'interno del terreno di gioco. Avviare un torneo dove possa partecipare solo chi è invitato o chi ha più soldi significa spezzare questo legame e diventare solo esclusivamente intrattenimento. Le aspettative si sono alzate oltre ogni livello, cosi come i costi perchè si sta vivendo oltre le possibilità delle spese che il sistema calcio possa sopportare.”

Il mondiale del Qatar

“Non ho mai approvato la scelta della Fifa perché il Qatar è uno dei paesi sotto osservazione da parte di Amnesty International. Conosco molto bene la situazione di un paese dove i diritti vengono calpestati continuamente. Non è pensabile giocare i stadi dove sono morti 6500 operai. Stadi costruiti tramite condizioni di lavoro disumane con operai che hanno lavorato 12 ore al giorno sotto al sole. L'idea di dover giocare i mondiali in quegli stadi è qualcosa che non riesco ad accettare. Il calcio non può calpestare valori, non può esistere li dove non esitono valori. Mi auguro che ci sia ancora lo spazio prima dell'inizio del mondiale per poter protestare, per poter capire davvero che quello che è accaduto in Qatar è quanto più lontano possibile dai valori del calcio.”

Marco Ciogli


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