I problemi dietro: il falso mito della (nostra) difesa a tre

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 19/10/2020

La sconfitta del derby brucia ancora parecchio, soprattutto per come è arrivata. Una fase difensiva e difendente totalmente inappropriata e che ha lasciato dei buchi clamorosi su cui Zlatan Ibrahimovic ha messo la propria firma regalando la vittoria ai rossoneri. Il dibattito che si sta tenendo tra stampa e tifosi in questi giorni riguarda la difesa a tre, ritenuta da molti non adatta alle grandi squadre e, nel caso specifico, non adatta ai calciatori dell’Inter.

Ovviamente ognuno ha diritto alle proprie opinioni, che vanno rispettate. Ma mi permetto di dire che quella della difesa a tre inadatta ai nostri calciatori la trovo una falsità. Sì, perché se analizziamo singolarmente la storia dei nostri difensori, le cose non stanno proprio in questo modo.

Prendiamo Skriniar ad esempio. Da tutti considerato come l’emblema dell’inadattabilità al modulo. Ebbene, anche con Luciano Spalletti lo slovacco faceva parte del terzetto arretrato – seppur in partenza si trattava di difesa a quattro -. La retroguardia del tecnico di Certaldo prevedeva uno schieramento con Cancelo, Skriniar, Miranda e D’Ambrosio. In fase di impostazione – in cui spesso Skriniar si lanciava spesso in avanti e faceva partire l’azione, tra l’altro, quindi non regge nemmeno la considerazione che non possa fare il gioco che Conte richiede ai terzi – Skriniar scalava sul centro-destra, Miranda in mezzo e D’Ambrosio sul centro-sinistra, con Cancelo sulla linea dei centrocampisti (si parlava allora di difesa a tre e mezzo).

Oppure de Vrij, il migliore in Italia ad interpretare il ruolo di perno nei tre, o ancora Bastoni, il più eclettico tra i nostri difensori che può giocare sia a tre che a quattro. Così come D’Ambrosio che lo ha già fatto l’anno scorso e Ranocchia. E anche Kolarov. Sì, perché il serbo ha giocato così l’intera scorsa stagione con la Roma e gioca tutt’ora così – e bene – in nazionale.

E allora, mi chiederete, perché così tanti gol presi? La risposta, semmai, è da ricercare non nella disposizione, bensì nei meccanismi da oliare. Kolarov non ha fatto una normale preparazione con l’Inter, visto che la stagione per i nerazzurri si è conclusa più tardi ed il difensore è arrivato dopo l’inizio del ritiro, Skriniar, quest’anno, quando ha giocato, lo ha fatto benissimo – soprattutto contro la Lazio. D’Ambrosio ha sbagliato nell’interpretazione degli interventi, stando a guardare gli avversarsi, piuttosto che attaccarli, ma non è un qualcosa addebitabile al modulo – fermo restando che un difesa con D’Ambrosio e Kolarov insieme, se aggiungiamo i due esterni molto offensivi e le due punte, rende la squadra ancor più sbilanciata.

Detto ciò è il momento di lavorare perché gli impegni incombono e gli errori, in campo, sono stati fatti. Adesso non si può e non si deve più sbagliare, perché tutti noi ci aspettiamo cose importanti.


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