Galante:” Interista da sempre, Ronie grande amico. Simoni un padre”

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 20/11/2020

Giornata importante per gli amici di Radio Nerazzurra che, nel giorno del compleanno dell’emittente, si sono regalati una bellissima intervista all’ex difensore dell’Inter, Fabio Galante, il quale, ai loro microfoni, si è lasciato andare ai ricordi di una vita da interista, nati dalla passione avuta fin da bambino, fino ad arrivare a vestire la maglia nerazzurra, sotto la gestione dell’indimenticato Gigi Simoni, condividendo lo spogliatoio con fuoriclasse del calibro di Ronaldo il Fenomeno.

Ecco le parole dell’ex difensore toscano:” Mio padre è nerazzurro da sempre, mio fratello era juventino, ma da quando ho iniziato a giocare a grandi livelli ha cambiato squadra. Il mio primo ricordo dell’Inter è il giorno di presentazione alla Pinetina con Mazzola e Facchetti, il presidente Moratti, che mi hanno accolto alla grande, con la sala stampa piena di giornalisti. E’ un giorno che ricorderò per tutta la vita perché venivo a giocare in una delle squadre più forti al mondo”.

Sul suo arrivo in nerazzurro:” Io sono arrivato all’Inter con un bel biglietto da visita perché arrivavo da una società importante come il Genoa e mi volevano tante squadre importanti, venivo da due Europei Under 21 vinti. Sono arrivato forte delle mie esperienze ed arrivare all’Inter è stata un’ulteriore emozione, perché io ho iniziato a giocare a calcio grazie a mio padre, e sono arrivato a giocare a calcio nella squadra per cui tifavo e per cui tifava mio padre. Arrivare a giocare in un club così importante era un sogno”.

Sul primo compagno di camera:” In Nazionale ero con Fresi e lui mi ha fatto una gran pubblicità degno del miglior procuratore. Mi chiamava sempre e mi parlava dell’Inter, mi diceva sempre che mi avrebbe portato all’Inter. Però allora si cambiava molto perché lui amava dormire solo, sono stato in camera con Bergomi, con Mazzantini”.

Sull’allora capitano Bergomi:” Lo zio non ha bisogno di presentazioni. Per me è stato importante perché mi ha accolto e mi ha fatto capire l’importanza di essere all’Inter, i suoi valori, il senso di appartenenza. Mi ha dato tanti consigli, ma io l’ho ringiovanito e gli ho fatto giocare un mondiale a 34 anni in Francia (ride ndr). Ricordo che mi veniva a prendere ogni mattina quando ci dovevamo allenare. L’ho ringiovanito anche nel vestirsi. In campo lo facevo diventare matto perché ogni tanto gli lasciavo andare l’attaccante e lui mi richiamava”.

Su Ronaldo:” Si parla di uno tra i più grandi calciatori che la storia ci abbia dato. Con me ha instaurato da subito un rapporto di amicizia, poi lui con il suo carattere andava d’accordo con tutti, si faceva ben volere da tutti. Un compagno di squadra esemplare, non si arrabbiava mai, era sempre disponibile malgrado la sua forza. Con me, forse per il mio modo di fare o forse perché avevamo la stessa età, andavamo sempre a cena insieme con le nostre compagne, secondo me ha visto in me una figura semplice e buona che non stava vicino a lui perché era Ronaldo. Poi sinceramente in quella squadra lì, va bene c’era Ronaldo, ma c’erano anche Pagliuca, Bergomi, Zamorano, Djorkaeff, Colonnese, Moriero, l’anno dopo Baggio. Una squadra piena di campioni”.

Su Gigi Simoni:” Era un padre, più che un allenatore perché con la sua intelligenza ed il suo modo di gestire aveva capito di avere un Ronaldo in squadra e avere un gruppo che sosteneva Ronaldo. Se hai questa fortuna, devi sapere gestire. Simoni con noi aveva sempre la parola buona, sapeva alzare la voce quando doveva, ma mai con modi maleducati. Ha avuto con noi un bel rapporto e dispiace che abbia vinto solo una Coppa Uefa e quello poteva rimanere un gruppo più duraturo”.

Sulla più grande gioia e delusione all’Inter:” Sicuramente la delusione è stata andar via dall’Inter a 26 anni, nel pieno della carriera e con un bel gruppo. Secondo me lì Moratti, per sua stessa ammissione, ha fatto l’unico errore esonerando Simoni con l’arrivo di Lippi che forte delle sue esperienze in altre squadre aveva deciso di rompere quel gruppo lì, tra cui c’ero io. Sono andato via presto perché potevo dare ancora molto. La più grande gioia dico la Coppa Uefa e l’aver giocato con grandi campioni. Io sono ancora molto legato all’Inter e, vivendo a Milano, incontro ancora tanta gente che si ricorda dell’Inter dei miei tempi e questa è una grande soddisfazione”.

Su cosa significa l’Inter:” Per me vuol dire aver giocato in una delle più grandi squadre del mondo, una delle squadre che ha vinto più titoli al mondo e averne fatto parte, dando un piccolo contributo con la Coppa Uefa, mi rende felice e orgoglioso. Aver giocato con grandi campioni mi rende orgoglioso, rimarrò sempre tifoso dell’Inter e farò sempre parte della famiglia nerazzurra”.

Link dell'intervista: https://www.spreaker.com/user/11362979/fabio-galante

Ascolta “Fabio Galante” su Spreaker.


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