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Trentalange, arbitri in TV novità  positiva, ma perché Orsato ?

Se c’era un modo per rompere la continuità con i lunghi anni di gestione di Nicchi a capo dell’AIA, il neo presodente.Trentalange lo ha trovato. Mandare un arbitro in televisione è una novità che non può che essere accettata positivamente  da chi guardi al calcio in maniera obbiettiva pur se rosi dal tarlo del tifo.

Un cambiamento atteso da tempo immemorabile, durante il quale il silenzio imposto alle giacchette nere ha contribuito a disegnare di essi l’immagine di una delle ultime caste rimaste in servizio permanente effettivo, con il padrone del vapore capace di sporadici interventi per reclamare fette di potere all’interno della FIGC o per difendere a prescindere l’operato dei suoi associati anche quando si trattava di difendere l’indifendibile. Anni in cui la logica imperante tra i vertici della classe arbitrale è stata da un lato quella del rifiuto di ogni contatto con l’opinione pubblica dall’altro quella di indirizzare le regole delle novità tecnologiche nel senso di un utilizzo che permettesse comunque al direttore di gara di avere l’ultima parola anche al di là dell’obbiettività delle immagini. In poche parole la logica del Marchese del Grillo, “io so io e voi non siete un ca**o”.

Dopo il lungo oscurantismo sarebbe auspicabile avere finalmente  una presenza continua delle giacchette nere in Tv, il nuovo presidente AIA  ha già confermato che mira a questo anche se c’è bisogno di tempo. Ma il totem è stato abbattuto, adesso si tratta di disegnare la strada dei corretti rapporti tra mezzi d’informazione e classe arbitrale in modo da permettere a quest’ultima di non avere più alcun timore di presentarsi ogni domenica sugli schermi senza dover temere gli agguati di polemisti interessati solo allo share.

Una sola osservazione sulla scelta di Trentalange di mandare in avanscoperta il sig.Orsato.  Il neo Presidente non poteva non sapere che l’accoglienza all’arbitro di Schio sarebbe stata particolarmente “calda” non essendosi ancora spente le polemiche per il suo mancato secondo cartellino giallo a Pjanic in occasione di Inter Juventus di 3 anni fa,  decisione che segnò quella partita e indirizzò lo scudetto a Torino lasciando al Napoli di Sarri una bella scorta di coliche epatiche e sospetti mai sopiti.

Una scelta diversa, meno divisiva ed intrisa di contrasti verbali  avrebbe forse permesso un impatto ancor più positivo alla novità di un volto arbitrale finalmente disponibile a rispondere in pubblico. Trentalange avrà avuto i suoi buoni motivi per farla e comunque  la mezza occasione perduta non deve prevalere sulla positività della sua prima mossa. L’importante adesso è non trasformare quello di ieri sera in un unicum, una medaglia da appendere sul petto del neo presidente che potrà risplendere solo se avrà la necessaria continuità.

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