Esclusiva Id – “Lukaku? Ha ‘costretto’ l’Inter a una cosa in particolare”

di Simone Salines, pubblicato il: 17/09/2021

L’addio di Romelu Lukaku ha costretto i calciatori dell’Inter a giocare in modo diverso. Credevo che senza di lui i nerazzurri perdessero tanto invece continuano a far bene”.

A parlare, in esclusiva per Interdipendenza, è Sergio Pellissier. Negli ultimi giorni è diventato il fondatore della Clivense ma alla storia si è già consegnato come la bandiera del Chievo Verona, l’ultima favola del calcio italiano: dai campi di periferia fino all'Europa. Nel corso dell’intervista il bomber da 134 con la maglia gialloblu parla anche della falsa partenza della Juventus di Massimiliano Allegri e delle differenze che corrono fra Antonio Conte e Simone Inzaghi.

Pellisier, partiamo dalla Juventus. Dopo il solo punto conquistato in tre partite molti stanno già celebrando, almeno per quanto riguarda il campionato, il funerale dei bianconeri. Non lo trova un po'?

La Juventus è partita male anche altre volte eppure, proprio con Allegri allenatore, ha poi vinto il campionato. Quando una società cambia diversi giocatori può quindi esser normale una situazione del genere. Bisogna concedere tempo per lavorare. Stiamo parlando di campioni e, da un momento all’altro, possono tranquillamente rimontare.

Passiamo all’Inter. Dopo la cessione di Lukaku, i nerazzurri hanno puntato su Edin Dzeko. Il bosniaco, specie dopo la gara di Champions League contro il Real Madrid, è finito al centro delle critiche.

Perdere Lukaku ha costretto i calciatori nerazzurri a giocare in modo diverso. Ma la squadra di Inzaghi sta facendo bene. Gioca a calcio. Apprezzo moltissimo il centravanti belga: per questo credevo che senza di lui i nerazzurri perdessero tanto. Invece stanno continuando a far bene. C’è qualità in rosa. E si vede.

Parliamo dunque di Inzaghi. Per ora adottando il medesimo sistema di gioco di Conte. Esistono analogie o solo differenze fra i  due tecnici?

Può essere lo stesso modulo di gioco ma non è lo stesso calcio. Conte era più compatto e preferiva la palla a Lukaku. E il centravanti diventava dunque il fulcro per poi smistarla successivamente. Inzaghi invece basa la sua filosofia sul ‘gioco collettivo’. Sono, dunque, due modi diversi.


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