Interspac azionariato popolare, Cottarelli avanti tutta ma un errore può essere fatale

di Mario Spolverini, pubblicato il: 24/06/2021

Stavolta fanno sul serio. Fino a qualche settimana fa le uscite del Prof. Carlo Cottarelli sull’azionariato popolare sembravano le dichiarazioni di un sogno di un gruppo di tifosi più o meno Vip legati dalla passione per i colori nerazzurri. Da due giorni a questa parte le cose stanno prendendo una piega decisamente più concreta.

L’ex commissario alla spending review  ha confermato che la società è stata informata dell’iniziativa, da domani 25 giugno sarà on line il questionario per testare la disponibilità dei tifosi a partecipare all’iniziativa, personaggi di rilievo del mondo imprenditoriale, dello spettacolo ed ex giocatori sono pronti ad entrare in  Interspac per contribuire e per agire da frontman, a metà luglio si tireranno le somme.

Le mire sono alte, si guarda al modello Bayern e si parla di qualche centinaio di milioni di euro da portare in Viale della Liberazione per offrire a Suning una enorme bombola d’ossigeno a interessi zero in cambio di una partecipazione azionaria che permetta ai tifosi di entrare nella compagine societaria.

Si è iniziato a parlare anche di prezzo della singola azione a disposizione dei tifosi in un range compreso  tra 500 e 1000 euro.

Le prime reazioni dei tifosi sono contrastanti, sui social si leggono dichiarazioni di disponibilità totale, altre di  scetticismo per una operazione  percepita da alcuni come la ganassata elitaria di un gruppetto di benestanti destinata alla sorte di una bolla di sapone.

Due mesi fa abbiamo assistito alla morte nella culla di un progetto ancor più ambizioso, quello della Superlega, svanito in un amen per diverse colpe, prima tra tutte quella della pessima comunicazione con la quale il progetto fu presentato. Oggi il rischio che Cottarelli e C. hanno di fronte è esattamente lo stesso, non riuscire a condividere con la platea dei tifosi fin da subito non solo la bontà del progetto ma anche alcuni aspetti decisamente più concreti.

Il questionario che sarà lanciato nelle prossime ore non potrà e non dovrà limitarsi a chiedere ai tifosi se e quanto saranno disponibili a mettere perché anche la migliore volontà si scontra con la realtà difficilissima del momento.  Molti tifosi magari già abbonati allo stadio, già abbonati alle pay tv, che iniziano magari a fare i conti con i costi delle trasferte da affrontare non appena riapriranno gli stadi, potrebbero trovarsi in difficoltà a sostenere una spesa non irrisoria per partecipare all’azionariato nonostante  la loro passione senza fine.

Ecco quindi la necessità di indicare ad esempio già nel questionario, laddove fosse giuridicamente possibile, la possibilità di acquistare azioni cointestate con altre persone, per condividere spese, partecipazione e orgoglio. Perché è evidente,  tutta l’operazione ruota intorno a questo, all’orgoglio di un semplice tifoso di poter dire davanti agli amici “io sono socio dell’Inter, magari pensando come unico tornaconto di avere in futuro qualche facilitazione per acquistare un biglietto in più per la moglie o per un figlio.

Il prof. Cottarelli e più di lui Enrico Mentana conoscono bene i meccanismi della comunicazione, ma la gente del calcio, quella interista in particolare, è un bacino d’utenza del tutto particolare, con caratteristiche e sensibilità uniche che vivono nel presente ma con radici vecchie di 113 anni. Non rispettarle potrebbe essere letale per l’operazione più innovativa dello scenario calcistico italiano degli ultimi decenni.


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