(Inter) Bastoni, Barella, Lautaro, la meglio gioventù per azzannare la Juve

di Mario Spolverini, pubblicato il: 14/11/2019

La rosa della Juventus è stratosferica per quantità e qualità, probabilmente la più attrezzata sullo scenario europeo. Su questo versante l’Inter paga ancora pegno rispetto ai campioni d'Italia, come hanno chiaramente fatto capire le ripetute interviste di Antonio Conte nell’ultimo periodo.

Ciò nonostante la classifica parla chiaro, i nerazzurri  sono lì, agganciati alla corazzata bianconera in attesa che qualche crepa interna o qualche disattenzione da eccesso di autostima come successo a Lecce li metta in  condizione di assaporare la vetta della classifica dopo tanto tempo e magari non in via meramente occasionale.

Se la Juventus ha scelto la strada dell’usato sicuro, anche se di gran lusso come Cristiano Ronaldo, l’opzione nerazzurra segue altri percorsi, soprattutto quello della gioventù sfrontata e assetata di successi. Da questo punto di vista gli investimenti su Lautaro Martinez, su Barella e su Sensi ed il loro rendimento in questa prima parte di stagione  spiegano quasi tutto. E anche l’arrivo di Lukaku (26 anni si ricordi) tutto sommato va in questa direzione.

Se poi anche dalle retrovie o dalle giovanili arrivano sorprese come quella di Bastoni, l’Inter non può che essere soddisfatta delle scelte fatte finora. E non è finita qui, visto che Sebastiano Esposito continua a sorprendere tutte le volte che scende in campo: ancora non ha trovato il gol in prima squadra ma chi non è convinto che sia solo questione di tempo alzi la mano.

Giovanotti baldanzosi da assemblare, come è naturale che sia, con l’esperienza dei  più rodati, si chiamino Handanovic o Candreva, Brozovic o D’Ambrosio, per modellare un gruppo nel quale il mix delle caratteristiche degli uni e degli altri funga da moltiplicatore di entusiasmo e di ambizione di centrare l’obbiettivo prestigioso.

L’aspirazione ad emergere, questo è il motore che si è riacceso con questi ragazzi, dopo troppi anni passati a gestire il quotidiano con la filosofia del “che Dio ce la mandi buona” per agguantare il quarto posto come massimo risultato possibile.

Merito di Conte, merito di Suning e degli Zhang se oggi la prospettiva è cambiata in questo modo. Da adesso in poi tocca ai giovani leoni dare risposte adeguate.


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