Icardi: un suicidio con un precedente famoso

di Mario Spolverini, pubblicato il: 15/03/2019

INTER ICARDI – Se l’ex capitano attendeva la prova di quanto i tifosi siano amareggiati dal suo comportamento adesso può stare tranquillo. Dopo la presa di distanza di ieri dalla squadra e dal popolo nerazzurro, dopo che anche domenica sera l’Inter affronterà il derby senza di lui, la situazione sarà del tutto chiara. I tifosi non sono più disponibili a dare un minimo di credito alle sue posizioni ed alle sue parole. Anche coloro che lo hanno difeso fino all’ultimo sono adesso costretti a prendere atto che per l’argentino il suo orgoglio ed i suoi soldi hanno la precedenza assoluta sulla maglia e sugli obbiettivi rimasti in quest’ultima parte di stagione.

Definire amareggiati i tifosi è già un eufemismo. Il termine più veritiero anche se non proprio elegante è schifati. Un mese è bastato per passare dall’amore totale per il bomber al suo ripudio. L’augurio più ricorrente sui social in queste ore è che lui e la sua famiglia tolgano le tende prima possibile dall’Inter e da Milano.

Distrutto un patrimonio d’affetto, come Balotelli

Difficile consumare un patrimonio di passione e di affetto come quello di cui godeva Icardi fino a pochi giorni fa. Lui c’è riuscito, in poco più di un mese è stato capace di distruggere ciò che aveva costruito in anni di gol e di entusiasmo.

Mai viste cose del genere? Non proprio, almeno in sa nerazzurra. Non c’è bisogno di andare tanto indietro con la memoria per trovare qualcosa di simile nella storia dell’Inter. Nove anni fa un altro beniamino di San Siro si giocò tutto in un all-in folle. Mario Balotelli era stato adottato dal pubblico interista come un figlio. L’affetto per quel ragazzone dal talento enorme e dalla simpatia straripante riempiva lo stadio in maniera tangibile. Mario lo sapeva, lo sentiva, e ripagava tutti a suon di gol, fin dalle sue prime apparizioni in prima squadra con il primo Mancini.

Poi venne quella serata epica per l’Inter e maledetta per lui. Mario non ebbe bisogno di un mese per fasi odiare in eterno. Gli bastarono pochi secondi, per togliersi la maglia e scagliarla a terra con un gesto offensivo mentre San Siro ribolliva di gioia per la vittoria più bella. San Siro riesce ad amare come nessun altro stadio, ma allo stesso modo e con la stessa passione non dimentica e non perdona i tradimenti. Balotelli ne sa qualcosa, Icardi sta per impararlo a sue spese.
(Inter Icardi)


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