Editoriale – Meglio brutti ma vincenti

di Mattia Chiaruttini, pubblicato il: 08/11/2015

Dopo 5 anni di lunedì vissuti a subire gli sfottò degli juventini ma anche di rossoneri e di altri sempre sopra di noi, questo è il primo avvio di stagione in cui possiamo andare a lavoro o a scuola un po’ più sereni. Certo, non abbiamo distaccato nessuno, anzi, condividiamo la vetta, ma ci siamo, ed è questo l’importante. Non per tutti però.

Il ritornello è sempre quello, l’Inter vince e: “L’altra squadra ha giocato meglio”; “Quanti gol che si sono mangiati gli avversari”; “Non durerà ancora tanto, altre squadre giocano un gran calcio e con il tempo vi supereranno”; “Handanovic è scarso, gli tirano addosso”; “Prima o poi inizierà ad andarvi male, avete troppa fortuna“.

Ogni volta sempre le stesse frasi, incapacità di formulare un pensiero critico, si ripete quello che dice la massa, anche se hai visto l’Inter per 30 minuti in questa stagione, anche se sai benissimo che la tua squadra non sta attraversando uno dei periodi migliori e non saresti nella posizione di commentare.

Questo è quello che si sente giornalmente sull’Inter: prima il fattore C, poi le combinazioni astrali, poi l’arbitro, insomma cambiano giudizio a seconda del tasso di umidità dell’aria.
Ma contro l’Inter tutto è lecito, alla prima sconfitta è importante parlare di crisi Inter, al primo passaggio errato di Kondogbia ritornare sui 31 milioni spesi per l’acquisto (che qualcuno fa diventare 40 a suo piacimento), far passare Icardi come l’ultimo degli arrivati o accostarlo a qualche squadra inglese quando non segna per due partite, e ovviamente massacrare le scelte di Mancini e attribuire alla fortuna tutte le sue conquiste sulle varie panchine.

Spesso ci si dimentica che insieme al Napoli siamo quelli ad aver perso meno gare (solo una sconfitta), che anche il Milan ha speso fior fior di milioni tra Romagnoli, Bertolacci, Luiz Adriano e altri, per non parlare della Juve, tutti giocatori che ovviamente stanno facendo faville. Con l’Inter diventano tutti ragionieri, tecnici, commentatori tattici di esperienza, tutti sanno tutto. Ah e poi ci sono i migliori, quelli che “facciamo punti solo con le piccole” che si dimenticano i 7 punti su 9 con Roma, Juve e Milan. Anche oggi con il Torino si è parlato di “fortuna”, ci è andata bene anche questa volta, tutto merito di Handanovic, secondo gli esperti. Sbadati come sono dimenticano che finora il Torino in casa aveva conquistato 11 punti sui 15 a disposizione, non aveva mai perso, ma guai a dare meriti all’Inter. Mancini ha ribadito: “In difesa stiamo andando bene, in Italia deve essere così. Meglio brutti ma vincenti, questo è sicuro”. Niente di più vero.

Sky ha addirittura introdotto una nuova unità di misura per valutare i successi delle squadre nella nostra serie A: l’indice di fortuna (detto indice PDO). Il suddetto indice oscilla normalmente in un campionato fra i valori di 990 e 1.010. Al momento l’indice dell’Inter è a quota 1.088.

Non è ben chiaro come questo indice venga calcolato, ma prendiamo atto che siamo una squadra fortunata. E le altre squadre? Non se ne parla, c’è solo l’Inter, ovviamente. Come ha detto Filippo Tramontana “Chiedo a chi ha avuto il coraggio di parlare di CULO per le vittorie dell’Inter di impiegare un minimo di tempo per riavvolgere il nastro e guardare i match dei nerazzurri provando a costruire una tesi seria e professionale sulle cose che vanno e che non vanno della squadra di Mancini. O magari provate a usare la parola CULO in maniera più democratica e impiegatela anche per altre squadre e altre maglie, o questa infelice definizione serve solo a giustificare lo scomodo primato dell’Inter?

Bargiggia parla di un’Inter che vince solo per gli episodi, e io rispondo: ma grazie a cosa dovremmo vincere? Poi arriva Mughini e parla anche lui di culo e di San Handanovic, e mi viene da ridere. Sono in pochi ad aver capito il gioco dell’Inter, ma non c’è tanto da capire. Per il Mancio è importante avere una difesa solida, e ce l’abbiamo, giocatori che facciano filtro (legna) in mezzo al campo e che la passino a quelli davanti che proveranno a creare. Certo, non abbiamo creato tante occasioni come Roma, Napoli e Fiorentina, i gol sono pochi, fino al 95′ non si può mai star tranquilli, ma siamo l’Inter, la sofferenza è nel nostro DNA. Per adesso non abbiamo gente a centrocampo che crea gioco, perché l’obiettivo è romperlo e ripartire. La fantasia davanti è tanta, col tempo arriveranno anche i gol. Per arrivare al top gli ingranaggi sono ancora da oliare, ma Mancini l’aveva detto che dalla decima giornata in poi il gioco sarebbe iniziato ad uscire.

I miglioramenti si sono intravisti sia con la Roma che oggi a Torino, ma in ogni caso nessuno ci dà per favoriti, siamo lì solo per culo, la nostra è tutta casualità. Ma vi dirò, non mi dispiacerebbe se vincessimo il campionato giocando così, firmerei subito l’abbonamento stagionale per l’1-0. L’importante è stare là davanti, per il bel calcio accendete la Playstation.


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