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EDITORIALE – Forti sulla carta, deboli e svogliati sul campo

 

Editoriale sulla sconfitta con l’Atalanta e su De Boer

Cari lettori, pubblichiamo oggi un editoriale su quanto sta succedendo in queste ore, anche se c’è poco da parlare, data la situazione pietosa di classifica e la totale assenza di organizzazione e comunicazione della società.

De Boer è esposto alla gogna mediatica, ma non è l’artefice di questo disastro. O almeno, non lo è del tutto. È arrivato non più di 2 mesi fa da un campionato totalmente diverso dalla Serie A e ha preso in corsa una squadra a terra, ha cercato di dare una sua impronta di gioco (e, ammettiamolo, cose buone si sono viste) e la sua mentalità. La squadra cerca di seguirlo, ma qua si tratta di una questione di mancanza di voglia. Sì, perché un primo tempo come quello di Bergamo è a dir poco vergognoso, con giocate e interventi da squadra di Eccellenza.

Non basta dire “Cambiamo rotta”: la società è già alla ricerca di un traghettatore per confermarci che questa sarà l’ennesima stagione buttata, e siamo solo alla nona giornata.

Parliamoci chiaro: il tempo c’è, per recuperare. Basta volerlo. La Juve, dopo 12 giornate, l’anno scorso iniziò una cavalcata inarrestabile verso la vittoria dello Scudetto. Voi direte: “Eh, ma noi non siamo mica la Juve“. No, certo. Ma, visto il livello e l’andamento delle concorrenti, un posto Champions lo riusciamo a tirare fuori. Basta solo capire chi guiderà l’Inter: De Boer ha fatto capire di non sapere il suo futuro e se sarà ancora il tecnico dell’Inter contro il Torino. Un cambio in corsa darebbe una scossa, ma non è detto che ci porti lontano. Fatto sta che anche la società è molto rivedibile, con dirigenti che potrebbero fare meglio il loro mestiere. Dei calciatori non parliamo nemmeno, alcuni sono spettatori non paganti delle partite di campionato e di coppa.

Non siamo morti, dobbiamo solo riprenderci mentalmente, senza piangerci addosso per i risultati fin qui ottenuti. Ricordate di come esultavate per la vittoria con la Juve e per la continuità di risultati dopo la partita di Empoli: siamo davanti alla stessa squadra, che deve solo assimilare meglio i meccanismi di De Boer e che deve iniziare a dare dei segnali con qualche vittoria di fila.

Non siamo qui a dirvi che va tutto bene e che non occorre cambiare nulla, ma che tutti i nomi fatti in queste ore (Pioli, Leonardo, Guidolin e Capello) non fanno bene a una squadra che ha bisogno di uscire da questa confusione. Mercoledì arriva il Torino, non proprio l’ultima della classe: non c’è occasione migliore per dimostrare che possiamo superare questo periodo di appannamento.

Bisogna tornare a vincere, e alla svelta: il treno per l’Europa non se n’è andato, non alla nona giornata. Testa bassa e pedalare, con molta umiltà. Se no, saremo la seconda rosa, sì, ma solo sulla carta. Perché in campo non vincono sempre i nomi: il Milan, ahinoi, insegna.

#AMALA

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