Caso Icardi, se non c’è pudore non ci può essere Inter

di Giovanni Gallo, pubblicato il: 03/05/2019

Il pudore e l’imbarazzo sono due concetti relativi, cioè la loro percezione è dipendente dal soggetto coinvolto, che, a seconda del proprio carattere, può più o meno provarli. Pare assodato, dunque, che esistano persone che in certe situazioni sono perfettamente a loro agio, mentre altre, nella medesima situazione, non lo sono affatto.

Esempio lampante è tutto ciò che sta succedendo in questi giorni a Icardi, protagonista, insieme alla moglie-procuratrice, di alcuni scatti bollenti consegnati ai social, in cui i due, mezzi nudi, si abbandonano a pose lascive che lasciano poco spazio all’immaginazione. Si fa fatica a riconoscere l’ex capitano dell’Inter, che ci aveva abituato a ben altro sul rettangolo di gioco; che avevamo sempre etichettato come il classico bravo ragazzo dalla faccia pulita. Non che, ammesso lo sia, adesso abbia smesso di esserlo, semmai ispira meno fiducia di una volta.

In un momento così delicato per la sua carriera, dopo essere stato privato della fascia da capitano e non aver chiarito del tutto il suo rapporto con i suoi compagni e Spalletti, anziché concentrarsi su come chiudere definitivamente la questione, trova il tempo di pensare a fare book fotografici. È evidente che Icardi non nutra né pudore né imbarazzo a esporsi sulla “bancarella”.

Per carità, non che vi sia niente di male nel farsi fotografare ignudi, ognuno sceglie cosa dare in pasto alla pletora di voyeuristi in piena libertà, proprio perché padrone indiscusso e indiscutibile della propria esistenza. In questo caso, però, si ravvisano nel comportamento di Icardi i tratti fastidiosi dei tempi sbagliati, dell’asincronismo distruttivo tra fatti e misfatti, tra realtà e finzione.

E la realtà parla di un ragazzo di 26 anni che non è più il perno centrale della sua squadra, vittima di una moglie, che fa l’agente, la show girl, l’opinionista e a volte confonde i ruoli, con tutto il negativo che ne consegue. Che agli Icardi’s piaccia fare tante cose contemporaneamente lo abbiamo capito da un pezzo. Ciò che non è chiaro è la strategia che i nostri vorranno adottare per uscire dal ginepraio in cui si sono cacciati.

Si fa fatica a immaginare Mauro ancora al centro dell’attacco interista il prossimo anno. Davvero non troviamo nessun punto di contatto tra lo sport e le puerili esposizioni del proprio corpo, manco fosse un eroe greco da scolpire in marmo pregiato ed esporre come opera d'arte in qualche museo o piazza cittadina. Non c’è nessuna relazione tra quello che l’Inter rappresenta e il modo in cui Icardi ha lacerato i suoi rapporti con i tifosi e l’ambiente interista.

C’è poi un dato oggettivo. Dal momento in cui è rientrato, Icardi non sembra più lo stesso, non è più il rapace d’area che abbiamo imparato a conoscere, non è più il bomber implacabile che faceva terra bruciata attorno a ogni difensore.  È quasi timido, al contrario di come appare davanti all’obiettivo.

Messi assieme tutti questi dati, la conclusione più logica è che Icardi abbia smesso di pensare all’Inter e che stia attuando – ovviamente con un piano partorito dalla mente “diabolica” della moglie – una strategia per andare via. Ogni comportamento assunto, pare andare in questa direzione. È come se non volesse recuperare il feeling perduto, perché ha programmato un futuro diverso. Ovviamente un futuro in cui non c’è spazio per l’Inter e nel quale vorrebbe fuggire a prezzo di saldo scegliendosi lui stesso la meta più gradita. Ma è evidente che ha fatto i conti senza l’oste. Se questo è il disegno, difficilmente gli riuscirà di attuarlo secondo pianificazione, perché all’Inter mica sono fessi.

Ci sentiamo di consigliare a Mauro, se davvero abbia deciso di abbandonare la barca, di farlo da uomo: senza prostrarsi ai piedi della moglie in improbabili foto alla Rodolfo Valentino e senza fare il furbo cercando scappatoie. Faccia, anche solo per questi spiccioli di campionato, ciò per cui lo abbiamo sempre apprezzato: il calciatore. Se ne ricordi già domenica a Udine, perché se anche non vuoi recuperare il rapporto, continuare ad affossare la dignità è qualcosa di cui domani potrebbe pentirsi amaramente.


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