L’ennesimo infortunio di Paulo Dybala diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. I Friedkin non ne possono più.
Oltre il danno, la beffa. Lo si era capito subito: subito dopo il primo rigore sbagliato da Dybala in giallorosso, dopo 18 penalty realizzati, l’argentino si è subito girato verso la panchina, chiedendo il cambio. Già Gasperini in conferenza stampa aveva lasciato capire tutto, più arrabbiato per l’ennesimo infortunio che per un rigore fallito che ha negato alla Roma di uscire indenne da San Siro.
Gli esami strumentali hanno confermato i timori: una lesione di medio grado al bicipite femorale della gamba sinistra, un infortunio che lo terrà ai box per un periodo non banale. Si parla di tre-sei settimane di stop, con la speranza che la reazione del muscolo sia positiva, ma l’amarezza è palpabile per l’ennesima battuta d’arresto di un talento fragile.
La “Joya”, il giocatore sul quale la Roma ha costruito gran parte del suo progetto tecnico, continua a fare i conti con un fisico di cristallo che non gli concede tregua. Questo non è il primo stop della stagione, a settembre, infatti, l’argentino aveva già accusato un altro problema muscolare, saltando quattro partite tra campionato ed Europa, dopo il kappaò con il Torino, in tutti i sensi: infortunio per lui, sconfitta (sempre 1-0) per la Roma all’Olimpico.
La sua presenza a intermittenza sul campo è diventata una costante preoccupante che mina la continuità delle prestazioni della squadra giallorossa e alimenta i dubbi sulla sua affidabilità a lungo termine.
Ogni volta che Dybala entra in campo, si porta con sé una sorta di spada di Damocle pronta a cadere alla prima accelerazione o al primo scatto brusco. Il suo valore tecnico è indiscutibile, una perla in un attacco che senza di lui fatica, ma la sua incapacità di garantire un rendimento costante sta diventando un fardello troppo pesante.
La sensazione è che l’argentino non riesca a superare del tutto la fragilità muscolare che lo ha accompagnato anche nelle ultime stagioni alla Juventus, una statistica che ora fa riflettere in modo critico.
Dietro le quinte, questo ennesimo intoppo fisico avrebbe acceso i riflettori su questioni più spinose e di natura economica, che riguardano il suo contratto. La lesione di medio grado, arrivata in un momento cruciale della stagione e non certo per un’entrata violenta, complica i piani della società giallorossa relativi al rinnovo automatico che sarebbe scattato a determinate condizioni di presenze, o a una sua possibile cessione estiva.
Chissà come prenderanno questa situazioni i Friedkin, che già in tempi non sospetti avrebbero ceduto l’iridato argentino. La loro pazienza potrebbe esaurirsi, anche perché questo ennesimo kappaò va a incastrarsi in un periodo molto importante nella negoziazione del rinnovo contrattuale di Dybala, il cui contratto scade a giugno 2026. L’ipotesi di un divorzio a giugno non è più un’astrazione, ma una possibilità molto concreta.