Vigorito loda l’Inter: “Una delle poche squadre a darci una lezione” (CdS)

A poche ore dal match di questa sera contro l'Inter, il patron del Benevento Oreste Vigorito ha rilasciato un'interessante intervista al Corriere dello Sport partendo dall'attuale posizionamento del club  che si ritrova in undicesima posizione con 22 punti (a pari merito con la Fiorentina, ma con un match in meno): “Se ci avessero chiesto all’inizio quanti punti contavamo di avere alla fine dell’andata, ci saremmo accontentati pure di qualcuno di meno. Nonostante una campagna acquisti discreta e soprattutto condotta in linea con le indicazioni di Filippo Inzaghi. Diciamo che abbiamo posto le basi di un buona seconda metà del campionato. Andiamo avanti così e la salvezza tranquilla che volevamo arriverà“. 

 

Si passa poi a parlare dei nerazzurri, che stando alle parole del presidente è una delle poche squadre che hanno dato una lezione ai suoi ragazzi: “Questo ci tocca, una delle poche squadre che ci ha dato una lezione. Ci segnarono e noi non avevamo ancora capito che era cominciata la partita. Prima avevamo vinto a Genova con la Sampdoria, perché la gara con l’Inter era stata posticipata, e forse ci siamo illusi“.  Una partita formativa per il futuro: “Abbiamo dovuto imparare che non eravamo diventati improvvisamente la Juventus. Una volta compreso questo la Juve l’abbiamo fermata, come la Lazio, abbiamo battuto la Fiorentina e insomma ci siamo tolti qualche soddisfazione“. 

 

Questa sera il match si disputerà in un Meazza vuoto alle 20:45 può cambiare qualcosa? Secondo Vigorito non molto: “Tanto non credo che per veder giocare noi sarebbero venuti in ottantamila. Semmai è sul nostro campo che si respira calcio, sono i nostri ventimila che ci sono sempre e soffiano alle spalle del Benevento“. Piccola parentesi anche sulla situazione Covid: “Noi abbiamo il dottor Stefano Salvatori che collabora con noi e non è un medico, è un sergente travestito. Appena arrivi al “Ciro Vigorito” ti ritrovi un tampone nel naso. Sappiamo bene che cosa sia l’emergenza. Spendiamo un sacco di soldi, ma in questo modo abbiamo avuto solo due casi di Covid. Sponsorizzazioni calate del 30%, niente biglietti e per un club delle nostre dimensioni è un salasso. Però nessuno mi obbliga a fare calcio. Lo faccio perché voglio“. 

Una situazione economica non semplice, come sta succedendo anche per altri club, che però non ha fermato il mercato del Benevento che ha ufficializzato l'arrivo dell'attaccante Adolfo Gaich: “Abbiamo un’organizzazione capillare che fa capo al nostro ds Pasquale Foggia. Si cerca online, si individua l’uomo che interessa e a quel punto entra in azione la nostra rete di osservatori, amici, collaboratori o dipendenti del club. Gaich in Argentina ha fatto parecchio bene, al Cska Mosca meno, ma con un insegnante come Inzaghi, centravanti pure lui, riuscirà ad ambientarsi in un campionato difficile come il nostro“. Un profilo interessante e di prospettiva, strappato alla concorrenza: “Le doti fisiche sono evidenti, su quelle tecniche garantiscono ds e allenatore. Trattativa di diversi mesi, condotta sott’acqua in mezzo a concorrenza varia, belga, spagnola e italiana“. Ed aggiunge: “La notorietà di Inzaghi non guasta. Gaich non è l’unico che tra varie destinazioni possibili ha scelto noi. C’è ancora qualche procedura da completare. Speriamo di schierarlo il 7 febbraio contro la Sampdoria“. 

 

Entusiasmo e non solo in casa Benevento che si sta muovendo in ottica futura e non solo con investimenti mirati e concreti, sintomo di una strategia ben precisa e condivisa da tutte le parti: “Gli investimenti non sono mai mancati. Che vuole, abbiamo una fissazione: vogliamo passare l’esistenza in Serie A. Abbiamo un piccolo bacino d’utenza, ma per fare un esempio negli ultimi cinque o sei mesi siamo al quarto posto assoluto in Europa per la crescita dei contatti sui social. Siamo una società giovane che ha perso troppo tempo nelle serie minori. Noi intendiamo assestarci in Serie A. Dobbiamo ovviamente vedercela con altre realtà che hanno la stessa idea“.