Samir, Skriniar e 9 Ranocchia, la maglia nerazzurra urla

di Mario Spolverini, pubblicato il: 20/05/2019

Le parole sono finite. Dopo la batosta rimediata a Napoli ieri sera non ci sono più aggettivi per fotografare l’Inter di queste ultime settimane. Una squadra che aveva chiuso il girone d’andata con 37 punti, più 8 sul Milan, più 11 sull'Atalanta. Una zona Champions da conquistare con relativa tranquillità se il ritorno fosse stato sugli stessi toni. Ma tutti gli anni dopo la sosta invernale, il buon Tafazzi diventa protagonista improvviso della stagione nerazzurra. E allora vai con la vicenda Icardi, vai con le dichiarazioni e le foto di Wanda Nara e del suo stallone, vai con gli allenatori in cerca della panchina di Spalletti fotografati sotto la sede dell’Inter in pieno inverno. Tutto senza che la società, i mega manager profumatamente pagati per essere sempre pronti a raccontare le loro banalità in TV,  riuscissero  a mettere un argine alla valanga. Un silenzio colpevole quanto dannoso, i fatti sono lì a dimostrarlo.

Il mister di Certaldo, che già aveva fatto i salti mortali lo scorso anno e fino a dicembre per far credere a tutti che la sua Inter stava crescendo davvero, ha dovuto alzare bandiera bianca. E da quel momento in poi anche lui è entrato nel calderone del caos, senza più riuscire a cavarne le gambe, anzi, arrotolandosi sempre di più tra filosofie ormai divenute pesanti e alzate d’ingegno tipo Ranocchia centravanti.

Chi doveva gestire non ha gestito, chi doveva guidare non ha guidato. E chi doveva giocare? Stendiamo un velo pietoso sugli ultimi mesi, per tutti, nessuno escluso.

Tra chi sa già da mesi che il suo destino lo porterà in altre squadre, chi in altre squadre (inglesi) voleva andarci ma nessuno se l’è filato, chi non ha preso neanche casa a Milano sapendo che non verrà riscattato, chi ha cercato di dimostrare qualcosa di buono ma senza che il buon Dio gli abbia messo 3 euro di talento nei piedi, la fotografia è completa.

La sentenza è chiarissima dunque: tutti colpevoli, inutile continuare nella caccia all’assassino. Restano in pochi a salvare la pelle, in vista dell’anno prossimo, e, per fortuna, resta una sola, ultima partita decisiva per il futuro dell’Inter. Domenica prossima un portiere ci vorrà per forza. Handanovic è stato pure giudicato il miglior portiere delle serie A da chi se ne intende più di noi, dunque il posto tra i pali è suo. Skriniar, pur con qualche incertezza in più rispetto allo standard cui ci aveva abituato, è stato uno dei pochi a dannarsi per tenere in piedi la baracca. E poi il gesto del rinnovo alla faccia dei procuratori è da mettere in cornice.  Restano  9 maglie da assegnare.  Se si potesse, sarebbe opportuno darle a 9 Ranocchia, per far vedere a tutto il resto della compagnia che vestire quella maglia deve essere considerato un privilegio enorme, da meritarsi a suon di sudore e orgoglio. Un privilegio che deve tornare ad essere per pochi, non per una marmellata di giocatori incolore ed insapore.


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