Inter, Marotta star del film, ma con Lautaro il rischio è enorme

di Mario Spolverini, pubblicato il: 28/05/2020

Riuscirà Beppe Marotta a vendere Mauro Icardi e Lautaro Martinez in una sola sessione di mercato ? Secondo le notizie dei soliti beninformati il film è agli ultimi ciak, si stanno provando le scene dell’inseguimento finale, quello più emozionante ovvero quello del Barca al Toro. Piero Ausilio ieri sera ha detto che non sono ammesse controfigure, gli attori devono metterci faccia (e i quattrini) se vogliono completare l’opera.  La vicenda di Icardi al PSG (sempre secondo quelli che “so tutto io”)  invece è raccontata nel primo tempo del film, ormai bello e impacchettato.

I due attaccanti argentini in qualche modo rappresentano il passato ed il futuro dell’Inter, quel che è stato e quel che potrebbe essere. Se per Icardi non scorreranno fiumi di lacrime, nonostante i 124 gol segnati, per Lautaro le cose stanno diversamente.

C’è la clausola ok, c’è il richiamo della sirena Leo Messi, va bene anche questo. E dulcis in fundo c’è il miraggio di un assegno annuale di 10 milioni  e passa che i blaugrana starebbero sventolando sotto il naso del ragazzo  un giorno si e l’altro pure.

Nei giorni scorsi si è parlato delle difficoltà economiche in cui si troverebbe il Barcellona, confermate da una fonte certa come l’ex Presidente Laporta che ha rappresentato  “ una situazione precaria con un trilione di entrate, un trilione di spese e un trilione di debiti”. Come riusciranno i catalani a cacciare una cifra intorno ai 180 milioni di euro (diciamo 100 all'Inter per il cartellino e circa 80 per un quadriennale da quasi 20 milioni lordi  all’anno al giocatore) è tutto da vedere, ma in questa sede poco importa.

Dietro a tutto questo resta un dubbio: perché la dirigenza non ha accelerato i tempi per il rinnovo del contratto di Lautaro? 3 milioni (diritti di immagine compresi) per un giocatore che ha dimostrato di avere numeri di altissima scuola sia a livello nazionale che di Champions sono un’offesa al buon senso per le logiche del calcio moderno, anche in tempi di epidemia. La volontà di trattenerlo avrebbe suggerito un pressing sull’entourage di Lautaro con proposte di cifre magari a salire fino ad allinearsi con quelle degli altri top nerazzurri Lukaku ed Eriksen in modo da eliminare almeno un ostacolo.

Così non è stato. Mettendo insieme questo comportamento omissivo con l’esistenza della clausola rescissoria,  Ausilio ha un bel dire che l’Inter non vuole cederlo ma è lampante che i fatti vanno nella direzione opposta. Che poi si miri ad intascare tutti e 111 milioni è un fatto meramente economico.

E’ questo l’atteggiamento giusto per proseguire il rafforzamento della squadra, per dare seguito alle promesse di grandi aspettative ? Lasciarsi sottrarre il giocatore che potrebbe diventare a suon di gol il simbolo dell’Inter dei prossimi anni è cosa da top club?   Oppure è la semplice riproposizione del metodo di lavoro in cui Marotta si è specializzato negli anni bianconeri, quello di vendere chiunque al meglio per reinvestire successivamente?

I risultati della Juventus hanno premiato l’impostazione marottiana ma nessuno si scandalizzi se ci permettiamo di dire che non è automatico che lo schema funzioni in situazioni completamente diverse. La realtà dell’Inter non è quella della Juventus, né sotto l’aspetto societario, né tantomeno sotto quello storico, valoriale ed emotivo. Dare per scontato che la riproposizione meccanica di questo  modus operandi dia i frutti sperati in circostanze lontane anni luce da quelle prima sperimentate somiglia più ad un azzardo  presuntuoso che ad una lucida strategia .


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