Icardi non è marce taroccata, l’immagine della società  chi la difende?

di Mario Spolverini, pubblicato il: 09/06/2019

Continuare a parlare di Icardi rischia di essere inutile quanto stancante. E’ evidente che nessuno ancora ha capito cosa sia successo davvero nei mesi scorsi, quali siano la genesi e le effettive responsabilità della situazione che si è venuta a creare. Quello che è indubbio è che i nodi vanno sciolti alla svelta e che il tempo non gioca a favore dell’Inter. Chi ha portato la situazione fino a questo punto doveva sapere che dover vendere a tutti i costi e velocemente mette in mano un’arma formidabile agli interlocutori. Trattare con chi ha l’acqua alla gola è la situazione che tutti i DS sognano di vivere, gli affari d’oro si fanno soprattutto in queste occasioni.

A star dietro alle cronache,  l'Inter sembra essersi messa in una situazione che somiglia molto a quella che da questi giorni andrà in scena in tutte le località turistiche del bel paese, dove l’extracomunitario di turno propone alle signore intente a godersi sole e relax una collezione di borse, magliette e orologi di gran marca, quasi sempre autentici come una banconota da tre euro. La trattativa che ne segue,  tra  offerte al ribasso e successivi rilanci, di solito viene chiusa dal marito che apostrofa malamente la coniuge già ingolosita dall’accessorio simil-firmato (e non solo, magari) .

Leggendo le pagine dei giornali di questi ultimi giorni, l’Inter si troverebbe  nella stessa situazione del nostro amico imprenditore da spiaggia, solo che al posto di orologi cerca di rifilare al prossimo un centravanti, magari un po’ rompiscatole e con un corteo al seguito anche troppo schiamazzante . Ma almeno in questo caso non si tratta di merce  contraffatta, il bomber è di razza purissima, nessuna imitazione.

La fatidica domanda “Vuoi compare Icardi ?” sembra  essere già stata rivolta almeno alla Roma ed al Napoli, forse anche all’Atletico Madrid nell’ultimo viaggio di Marotta e Ausilio in terra iberica. I possibili acquirenti per ora toccano, valutano, ascoltano, ma nessuno prende lo zainetto per mettere mano al portafogli. Da lontano, dall’ombrellone più prestigioso, una signora un po’ attempata, guarda la scena , sorseggiando il suo drink con atteggiamento solo  apparentemente  distaccato. La Vecchia Signora è innamorata persa di quell’oggetto, e non da ora. L’anno scorso provò a fare il colpo “gobbo” proponendo all’extracomunitario pochi soldini fruscianti ed una permuta quasi offensiva. Un anno dopo, stessa spiaggia, stesso mare, stesso tentativo, con una sola differenza, il venditore dell’oggetto del desiderio della Vecchia signora quest’anno è ben conosciuto, è un amico, con cui la vegliarda ha avuto qualche discussione negli ultimi tempi ma con cui ha passato momenti indimenticabili, orgasmi ripetutati da vittorie a ripetizione con estasi reciproca. La vecchietta sa che basterà attendere, il venditore dovrà mostrare la sua merce preziosa a tutta la spiaggia per non destare sospetti, ma l’acquirente finale, salvo colpi di scena clamorosi,  è già segnato.

Lasciando da parte l’ironia, già il fatto di essersi messi nelle condizioni di dover vendere uno degli attaccanti più prolifici d’Europa ha sollevato qualche perplessità.  Ma una volta presa la decisione, le modalità della cessione potevano essere molteplici. Scegliere quella del tipo”vendita da spiaggia” appare quella con minor senso logico rispetto al valore economico dell’asset in vendita, che ovviamente subisce un deprezzamento automatico rispetto al prezzo esigibile in una trattativa condotta con modalità diverse.  E anche l’immagine della società non esce certo rafforzata, nonostante i proclami di Steven Zhang. A qualcuno potrà anche non interessare, ma il recupero di appeal del brand nerazzurro passa anche attraverso questi particolari. Possibile che nessuno se ne accorga?


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